Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

Armi in silenzio dalla mezzanotte del 27 luglio. È questa la notizia che ha rallegrato Francesco e che lo ha indotto a spendere parole nel post Angelus in Piazza San Pietro per la stabilità del Donbass, dove sono morte oltre 13 mila persone dallo scoppio, sei anni fa, delle ostilità tra Kiev e le milizie delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk che sostengono l’indipendenza del Donbass.

Ad annunciare lo stop alle azioni militari è stato due giorni fa il Gruppo di contatto Trilaterale di Minsk, a cui prendono parte i rappresentanti di Ucraina, Russia e dell’Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa (Osce). Riferendosi all’intesa raggiunta da questo gruppo di negoziatori, Francesco ha affermato:

Mentre ringrazio per questo segno di buona volontà volto a riportare la tanto desiderata pace in quella martoriata regione, prego perché quanto concordato sia finalmente messo in pratica, anche attraverso un effettivo processo di disarmo e di rimozione delle mine.

“Solo così – ha concluso il Papa – si potrà ricostruire la fiducia e porre le premesse per una riconciliazione tanto necessaria e tanto attesa dalla popolazione”.

Nell’annunciare l’accordo in un report, la presidenza ucraina aveva ringraziato i partner internazionali, in particolare Francia e Germania. Il cessate-il-fuoco dovrebbe aprire la strada a un nuovo incontro negoziale per una soluzione definitiva alla crisi.

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