“Due neonati sono deceduti per mancanza di cure, ma sono più di 50 i bambini malati di cancro che rischiano di perdere la vita perché non possono più accedere alle terapie oncologiche, interrotte a causa della crisi Covid”: questa la denuncia di Save the Children, in seguito all’annuncio dei piani di Israele di annettere parti della Cisgiordania che, si legge in un comunicato, “ha ridotto le possibilità, già estremamente limitate, di ottenere l’autorizzazione per lasciare Gaza per chi ha bisogno di cure salvavita, a causa della fine del coordinamento tra funzionari israeliani e palestinesi”. Il sistema sanitario di Gaza sull’orlo del collasso dopo tredici anni di blocco e l’ulteriore tensione causata dalla pandemia di Covid-19 stanno mettendo in pericolo la vita dei minori. “Attualmente – informa l’ong – ci sono più di cinquanta bambini malati di cancro in tutta Gaza, quindici dei quali sono in gravi condizioni e potrebbero non sopravvivere senza ricevere delle cure immediatamente. Né la chemioterapia né i trattamenti di radiologia sono disponibili a causa delle restrizioni israeliane ai farmaci che entrano a Gaza”. Prima della pandemia di Covid-19 e del crollo del coordinamento, una media di duemila persone al mese richiedevano assistenza sanitaria al di fuori di Gaza, un terzo delle quali richiedeva un trattamento per il cancro. Ad aprile il dato è precipitato a sole 159 richieste, il numero più basso registrato in oltre un decennio. Anche prima della fine del coordinamento, ai bambini o ai loro accompagnatori veniva abitualmente negato il permesso di lasciare Gaza per ricevere cure mediche per motivi di sicurezza. Nonostante l’attuale calo delle domande, un terzo è stato ancora respinto dalle autorità israeliane. A maggio tra le domande senza successo c’era quella di un bambino di 7 anni con immunodeficienza, ad alto rischio di complicanze da Covid-19. Altri ventotto bambini non hanno ricevuto il permesso di partire per le cure a maggio”.
Save the Children sostiene trenta bambini che necessitano di cure mediche urgenti al di fuori di Gaza. “Come può esserci una giustificazione in qualsiasi posto e momento per impedire ai bambini di ottenere cure salvavita? Questi minori gravemente malati devono lasciare Gaza per sopravvivere, semplicemente non c’è altra opzione. È crudele che i bambini muoiano o soffrano di un dolore estremo quando possono ricevere un trattamento appena oltre i posti di controllo. Ogni giorno che passa, la finestra per aiutare questi bambini si chiude ulteriormente”, ha dichiarato Jeremy Stoner, direttore di Save the Children per il Medio Oriente. Da qui l’invito di Save the Children al governo israeliano “a porre fine al blocco di Gaza sottolineando come questo crei continue violazioni dei diritti fondamentali dei bambini. I funzionari palestinesi e israeliani devono riprendere il coordinamento per le domande per i pazienti che lasciano Gaza e Israele deve immediatamente consentire ai bambini bisognosi di cure mediche urgenti di viaggiare dentro e fuori da Gaza, accompagnati da un genitore”.