Padre Loris ha proposto per la riflessione della mattinata il testo biblico di 1 Re 19,1-18. Il profeta Elia vive una reale minaccia di morte, per cui sceglie di alzarsi e di andarsene: nella paura si cerca di salvarsi la pelle a costo di tradire la propria missione. Ma, come insegna S. Ignazio, nella ‘desolazione’, che viene dal maligno, è bene non prendere decisioni, le scelte vanno fatte nella ‘consolazione’ che viene da Dio.
Purtroppo può capitare, come per Elia, di rimanere centrati su se stessi, sui propri schemi, sulla propria storia: sono rimasto solo, tutti mi hanno abbandonato!
Fortunatamente il Signore invia il suo angelo col necessario nutrimento per il cammino così da incontrare il Signore.
Ecco l’invito ad ‘uscire’ per scrutare la presenza di un Dio che si manifesta, non nella forza del vento o del fuoco o del terremoto, ma solo nel ‘sussurro di una brezza leggera’, segno della grande libertà lasciata ai suoi figli.
Elia non cambia il suo atteggiamento, ma la ‘voce’ che arriva alla sua vita, lo porta a riflettere in maniera più oggettiva sulla sua esperienza: non è vero che è rimasto solo, perché ci sono almeno settemila persone che non hanno piegato le ginocchia davanti agli idoli e altri che aspettano di essere inviati. Quanto si è presi dallo scoraggiamento si è sempre portati alle generalizzazioni.
In ascolto della Parola di Dio, a livello personale e nei gruppi durante le ore pomeridiane, si è cercato di fare discernimento proprio a partire dall’esperienza del profeta Elia, per riconoscere le ispirazioni di Dio dalle suggestioni del maligno, e così individuare quei ‘sussurri di brezza leggera’ da cui ripartire.
Nel confronto della sera sono stati presi in considerazione alcuni suggerimenti emersi dai gruppi di lavoro circa un possibile stile da assumere ed eventuali proposte da vivere: la necessità di curare maggiormente le relazioni personali, dando tempo e a tutti, non solo ai vicini; l’attenzione verso l’altro, la persona in tutte le sue dimensioni, vivendo ritmi meno frettolosi e mettendosi semplicemente in ascolto; il riconoscersi mendicanti, con libertà e umiltà, senza pretendere nulla; il non limitarsi ad una pastorale strutturata e funzionale ma privilegiare quella ‘occasionale’, che incrocia la vita reale della gente, nell’ambiente dove vive; la promozione della sinodalità e della corresponsabilità laicale per maturare decisioni come quelle che riguardano le Unità Pastorali, mettendo al primo posto la comunione.