“L’emergenza legata alla crisi pandemica ancora in corso non ha fatto che rendere ancora più urgente l’importanza di una visione integrale dell’uomo sul creato, abbandonando un modello di sviluppo predatorio per progettare una società capace di riscoprire la sobrietà e la condivisione in un’ottica di giustizia”. Su questo ha riflettuto la Chiesa italiana nel corso del convegno pubblico svoltosi il 5 settembre nell’Auditorium all’interno della sede di Bonifiche Ferraresi a Jolanda di Savoia.
Il convegno ha rappresentato il primo appuntamento della 15ª Giornata nazionale per la custodia del Creato (sul tema “‘Vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà’ (Tt 2,12). Per nuovi stili di vita”), a cui seguirà domani, 6 settembre, la messa in diretta su Rai Uno alle ore 11 dalla concattedrale di Comacchio, presieduta dall’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego. E proprio mons. Perego è intervenuto stamattina a Jolanda: “Importante è non solo la tutela dell’ambiente ma un nuovo modo di abitare la terra, nuovi stili di vita”, ha affermato. La terra, come dice il Papa nel suo messaggio per la Giornata del 1° settembre, “è la casa di Dio”, “è un sacramento, dove quindi cogliamo di continuo la Sua presenza”. Abitare la terra, casa di Dio, significa quindi “assumere uno stile di vita nuovo, fondato sulla responsabilità, che abbia al centro un progetto di comunità”. Solo in questo modo “capiremo l’importanza di riconsegnare la casa di Dio a ognuno dei nostri fratelli e sorelle e alle nuove generazioni”.
Generazioni penalizzate da scelte scellerate attuate negli ultimi decenni, come ha riflettuto don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei: “Il modello di sviluppo degli ultimi decenni ha fallito perché centrato solo sulla quantità e non sulla qualità delle relazioni sociali e personali”. “Senza fraternità non esiste libertà”: un accenno centrale, quello alla fraternità, fatto proprio in contemporanea all’annuncio alla stampa della firma il prossimo 3 ottobre ad Assisi da parte di Papa Francesco della nuova enciclica “Fratelli tutti”, dedicata proprio alla fraternità e all’amicizia sociale. Atteso era anche l’intervento di Stefano Zamagni, docente di Economia politica all’Università di Bologna e presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali: in Italia – come fatto negli anni ’50 del secolo scorso da Adenauer in Germania – sarebbe necessario modificare la Carta Costituzionale inserendo, ha affermato, “la responsabilità di ogni scelta del Governo come decisiva per le future generazioni, soprattutto per le conseguenze ecologiche”. Quattro sono dunque le transizioni fondamentali: la transizione energetica, quella economica, quella culturale, quella antropologica. All’incontro sono inoltre intervenuti diversi altri relatori, fra cui Silvia Zanconato, biblista, e Atenagora Fasiolo, archimandrita ortodosso, Paolo Bruni, presidente di Cso Italy.