“Questa volta non cederemo di un passo”. Il titolo a tutta pagina del domenicale “Mail on Sunday”, tratto da un’intervista con David Frost, il politico britannico che guida i negoziati con la Ue, segnala che il governo di Boris Johnson non è disposto al compromesso. Mancano poche ore all’arrivo sul suolo inglese di Michel Barnier, che sbarca nel Regno Unito oggi, per l’ottavo round di negoziati sul Brexit, considerati cruciali per evitare la rottura netta tra Regno Unito e Ue. Frost, però, ribadisce la sua irremovibilità su due punti chiave delle trattative: i diritti di pesca nelle acque britanniche, che devono rimanere privilegio dei pescherecci inglesi, e le sovvenzioni statali alle aziende private sulle quali la Ue non deve interferire. Secondo il “Financial Times”, con una nuova legislazione, l’“Internal Market Bill”, pronta ad essere approvata da Westminster, Boris Johnson si rimangerebbe l’impegno a non mettere controlli al confine tra nord Irlanda e Regno Unito. Secondo la Bbc il primo ministro britannico nelle prossime ore dichiarerà che un accordo commerciale è necessario entro la metà di ottobre. Altrimenti vi saranno tasse e controlli alle dogane e questo sarebbe, per il Regno Unito, “un buon risultato”. Secondo i commentatori britannici non è chiaro se Johnson stia facendo la voce grossa per ottenere più concessioni dalla Ue o se intenda davvero andarsene senza un accordo e soltanto le prossime settimane risolveranno l’enigma.
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