SAN BENEDETTO DEL TRONTO – È partita da San Benedetto del Tronto la navigazione operativa con i Procuratori della Repubblica di Ascoli Piceno e di Fermo, organizzata dal Reparto Operativo Aeronavale di Ancona, in collaborazione con i locali Comandi Provinciali.
Iniziativa che, in un’ottica di potenziali perfezionamenti in punto di indagini di polizia giudiziaria, ha avuto lo scopo di affrontare gli ambiti operativi in mare della componente aeronavale della Guardia di Finanza dorica, in ciò supportata dai Reparti territoriali di tutta la regione.
Le diversificate competenze in mare assolte dal Corpo sono state al centro della navigazione intrapresa a bordo del Guardacoste classe Buratti “G.215 Finanziere Bertoldi” della Sezione Operativa Navale di San Benedetto del Tronto, che ha visto imbarcati, nell’occasione, i Procuratori della Repubblica di Ascoli Piceno, dr. Umberto G. Monti, e di Fermo, dr. Raffaele Iannella, accompagnati a bordo dai rispettivi Comandanti Provinciali, Col. Michele Iadarola e Col. Antonio Regina ed accolti, con gli onori di rito “marinaresco” dal Comandante della Stazione Navale di Ancona e della stessa Sezione Operativa Navale.
Una presenza, quella delle massime Autorità Giudiziarie locali, che ha costituito l’occasione per approfondire la conoscenza, dal mare, di tutto il tratto costiero piceno e fermano, dove, non di rado, si sono verificati episodi che hanno visto l’intervento delle Fiamme Gialle, coniugando i poteri di polizia economico-finanziaria con quelli della polizia giudiziaria.
È stato lo stesso Comandante del Reparto Operativo Aeronavale, Ten. Col. Rocco Nicola Savino, ad illustrare gli impegni quotidiani della Stazione Navale di Ancona e della Sezione Operativa Navale di San Benedetto del Tronto, affrontando le principali tematiche del “controllo economico del territorio marittimo“, della polizia giudiziaria e di sicurezza in mare, approfondendo con i due alti magistrati le metodologie d’indagine in materia di traffici illeciti delle sostanze stupefacenti, immigrazione clandestina, contrabbando di tabacchi lavorati esteri, traffico di armi e rifiuti tossici.
Un’attività in mare che vede sovente il Corpo impegnato anche nelle iniziative di cooperazione internazionale con gli organi collaterali esteri, in uno dei bacini maggiormente interessati dai traffici commerciali e, perciò, purtroppo, veicolo di smistamento di varie tipologie di prodotti ad opera delle organizzazioni criminali.
Un dispositivo che, per la difesa degli interessi economici del Paese, va ad integrarsi con quello per il controllo delle frontiere esterne attraverso le attività di esplorazione aeromarittima eseguite dai reparti operativi aeronavali che insistono sul territorio, potendosi così sviluppare una complessa ed organizzata attività sinergica per il contrasto dei traffici illeciti, espressi nelle loro varie forme.
Nel corso della navigazione operativa, è stata eseguita anche un’esercitazione “pratica” con la simulazione di intercettazione ed inseguimento di un potente gommone (generalmente utilizzato per i traffici delle sostanze stupefacenti), poi abbordato, immobilizzato e, quindi, scortato in porto.