Quella di don Roberto è stata “una vita consumata fino al dono totale di sé”.
Lo ha affermato questa mattina il vescovo di Como, mons. Oscar Cantoni, nell’omelia della messa in suffragio di don Roberto Malgesini, il sacerdote ucciso in città lo scorso 15 settembre. A partire dalla prima mattina una folla si è radunata in cattedrale – dove a causa delle misure di prevenzione dovute al Covid è stato consentito l’accesso a solo 500 persone – e nei tre maxischermi allestiti nelle piazze adiacenti per partecipare a questo forte momento di vita comunitaria. A presiedere il rito è intervenuto il card. Konrad Krajewksi, elemosiniere di Sua Santità, mentre hanno concelebrato diversi vescovi delle diocesi lombarde e oltre un centinaio di sacerdoti diocesani e religiosi. “Condividiamo – ha detto il vescovo – il dolore per la tragica morte di don Roberto, ma nello stesso tempo ci rendiamo conto che il suo sacrificio d’amore spalanca alla Chiesa e a tutta la società la possibilità di una straordinaria, inimmaginabile fecondità, che tocca a noi tutti però sviluppare con determinato coraggio evangelico, perché l’esempio di don Roberto non sia vano!”. Il segreto della vita di don Roberto – ha proseguito il vescovo – spiega il “suo sorriso che affascinava, stupiva e interrogava quanti lo incontravano”. Con uno “stile di sapore evangelico”, uno “speciale ‘tocco di delicatezza’”, don Roberto “serviva i poveri ogni giorno, con una serenità e una semplicità davvero invidiabile”, ha ricordato mons. Cantoni, ricordando dove tutto trovava alimento: la “fedeltà nella preghiera”, a cui don Roberto dava lungo spazio prima di iniziare il suo servizio. A conclusione dell’omelia il vescovo, rivolgendosi ai presenti – tra loro anche moltissimi giovani che condividevano con don Roberto il suo impegno – ha detto: “Il Signore conceda a noi tutti di continuare, con rinnovato impegno, l’opera di misericordia che don Roberto ci ha abbondantemente testimoniato con la sua vita”.
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