“Era molto in difficoltà, ci soffriva anche lui a dire questo”, ha sottolineato il cardinale a proposito del colloquio, durato circa 20 minuti. “Mi sembra strano essere accusato di questo”, ha commentato Becciu, precisando che i 100mila euro che avrebbe distolto dai fondi destinati alla Caritas di Ozieri, sua diocesi natale, a favore della Cooperativa Spe, diretta da suo fratello, “in realtà sono rimasti lì, come mi ha assicurato e ha poi anche dichiarato il vescovo”. Quanto ai 300mila euro destinati alla stessa Cooperativa dalla Cei, anni prima, “per aiutarla ad organizzarsi”, il cardinale ha precisato che “si tratta di un’erogazione della Cei, ma il prelievo non c’è: quei soldi non erano miei, erano della Cei”.
“Non capisco perché io venga accusato di favoreggiamento per la mia famiglia”, ha proseguito Becciu denunciando anche una campagna stampa sfavorevole da parte di alcuni giornali e annunciando querele per questo: “Chi ha scritto questi articoli, era determinato a far vedere che io ero corrotto”. “Con il Papa non abbiamo parlato del palazzo di Londra in Sloane Avenue”, ha precisato inoltre Becciu rispondendo alle domande dei giornalisti. Cosa succederà da oggi in poi? “Non lo so”, ha risposto: “Non ho commesso alcun reato e non ho avuto alcuna comunicazione da parte della magistratura. Sono pronto, vogliono che chiarisca e chiarirò, tanto più che sono un cittadino come gli altri”. Il cardinale, infatti, ha dichiarato di aver detto al Santo Padre: “Se non ha più fiducia in me, io rimetto il mio mandato, mi dimetto da Prefetto. Lui mi ha chiesto anche di rinunciare ai privilegi di cardinale, e io ho accettato. Mantengo la mia serenità e rinnovo la mia fiducia al Santo Padre. Gli ho promesso la mia fedeltà, anzi da vescovo ho promesso di dare la vita per la Chiesa e per il Papa. Non lo tradirò mai, sarò fedele e sono pronto a dare la vita per lui”. “Quando il Papa parlava – ha sottolineato ancora una volta Becciu – era turbato, faceva difficoltà a dirmelo. Ho accettato anch’io la cosa come un fulmine al ciel sereno e poi ci siamo lasciati”. “Spero che prima o poi il Santo Padre si renda conto che c’è stato un equivoco”, l’auspicio finale.