“Come dire addio ad una persona che stava bene fino a pochi giorni prima ed è morta all’improvviso? Come dire addio ai propri cari senza avere avuto la possibilità di celebrare i funerali? Come dire addio a chi ci manca e non rivedremo più?”. “Vivere il lutto durante la crisi sanitaria”: si intitola così il ciclo di 6 veglie di preghiere che dal 12 al 17 ottobre si svolgeranno nelle principali parrocchie di Parigi per le persone decedute durante il lockdown. Nel presentare, con un video pubblicato sul sito dell’arcidiocesi, l’iniziativa – fortemente voluta dall’arcivescovo di Parigi, mons. Michel Aupetit –, padre Jean-Michel Albert, responsabile della pastorale diocesana per i funerali, ha detto: “Quando qualcuno perde un familiare, soprattutto in una situazione particolare di prova, il momento della separazione può essere molto doloroso”. Di fronte all’esperienza del lutto bisogna trovare “i mezzi per continuare a vivere e rialzarsi”. Questo passaggio, però, in tempo di confinamento, è stato difficile in quanto di solito il lutto si vive insieme ad altri e passa anche attraverso riti e tradizioni. Il funerale è una cerimonia che aiuta i familiari a dare l’addio definitivo alla persona defunta quando questa è ancora presente con il suo corpo. “Se però questo non può avvenire e non si può vedere la persona morta, tutto ciò risulta più difficile” e l’elaborazione del lutto risulterà più complessa Padre Albert osserva: “La nostra difficoltà oggi è che ci sono molte situazioni in cui le famiglie sono scoraggiate, provate, convinte che non sia possibile accompagnare i propri defunti a causa delle condizioni dell’epidemia. È quindi importante ricordare che, anche in tempo di pandemia, possiamo prenderci cura dei nostri defunti e accompagnarli. Lo si dovrà fare in maniera diversa rispetto al passato ma le chiese a Parigi sono disponibili ad accogliere celebrazioni. Saranno più brevi, con presenze contenute. Ci saranno gesti che non si potranno fare ma è pur sempre possibile dire addio ai propri cari e accompagnarli al cimitero”. La Chiesa di Parigi si impegna quindi in questa strada di consolazione del lutto e vuole oggi dare un messaggio di “speranza” anche attraverso i riti funebri e le preghiere per i defunti. “Per la loro fede – dice ancora padre Albert – i cristiani sanno che se hanno amato sulla terra una persona, questo amore non è perduto con la morte ma continuerà per sempre anche in cielo”.
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