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Immuni: dieci cose da sapere

Giovanna Pasqualin Traversa

8.605.896 download; 10.060 notifiche inviate; 567 utenti positivi. Sono i numeri di Immuni, la App di tracciamento dei contagi da Sars CoV2, aggiornati al 12 ottobre dal ministero della Salute. Voluta dal Governo  e lanciata in tutta Italia lo scorso giugno, Immuni è gratuita e volontaria, scaricabile su smartphone, e funziona con il Bluetooth che garantisce l’anonimato. Dopo un debutto con 500 mila download nel primo giorno e due milioni in una settimana, è cresciuta lentamente ma nelle ultime due settimane ha visto un picco di download. “E’ un obbligo morale scaricarla”, ha detto nei giorni scorsi il premier Giuseppe Conte, lanciando la campagna di sensibilizzazione, mentre Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, la definisce “un importante strumento per tracciare i contagi” e per contribuire, insieme ai tamponi, “a contenere la diffusione del virus”. Ecco un “decalogo” in forma di questionario con dieci cose da sapere per utilizzarla al meglio.

Che cos’è e a che cosa serve?
Immuni è l’App di contact tracing del Governo italiano. Quando un utente scopre di essere positivo al Sars-CoV2, Immuni gli consente di allertare in modo anonimo le persone con cui è stato a stretto contatto e che potrebbe aver contagiato. Venendo informate tempestivamente (potenzialmente ancor prima di sviluppare i sintomi del Covid-19), queste persone possono contattare il loro medico di medicina generale per avere indicazioni sul da farsi e possono evitare di contagiare altri.

In che modo informa se si è avuto un contatto a rischio?
Se Immuni rileva che si è stati esposti ad un possibile contagio, invierà una notifica che inviterà a contattare il medico di medicina generale per i dovuti approfondimenti, e a restare in isolamento in attesa di indicazioni sue o della Asl.

In quali casi verremo avvertiti di avere avuto un contatto a rischio?
Se ci si è trovati per almeno 15 minuti a breve distanza (meno di 2 metri) da una persona positiva al Covid-19. Ma è necessario che anche questa persona abbia Immuni sul suo smartphone e che scelga di segnalare la sua positività quando le viene comunicato l’esito del tampone. In caso contrario nessuna notifica può essere inviata.

La App formula diagnosi mediche?
No: Immuni non fa e non può fare diagnosi. Sulla base dei dati sull’esposizione a persone potenzialmente contagiose, fornisce indicazioni di comportamento. Non è un dispositivo medico e non può in alcun caso sostituire il medico.

Immuni segue gli spostamenti degli utenti?
No, non li segue e non li monitora. Non raccoglie dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del Gps. Usando il Bluetooth si limita a registrare la presenza degli smartphone intorno all’utente inviando e ricevendo codici causali. I dati che vengono scambiati da questi smartphone non sono riconducibili all’identità delle singole persone e verranno cancellati entro il 31 dicembre 2021.

In che modo viene tutelata la privacy di chi la scarica?
Nello sviluppare il sistema sono state seguite le indicazioni del Garante per la protezione dei dati personali, riponendo massima attenzione alla privacy degli utenti. I codici casuali che gli smartphone si scambiano tramite Bluetooth non contengono informazioni né sui dispositivi né sui loro proprietari; cambiano diverse volte ogni ora. I dati salvati e le connessioni tra l’App e il server sono cifrati e gestiti da soggetti pubblici.

Immuni condivide o vende i dati degli utenti?
No, non ha fini di lucro e i dati non vengono utilizzati a scopo commerciale; sono sotto la responsabilità del ministero della Salute. L’eventuale condivisione delle informazioni rilevate, rigorosamente in forma anonima e aggregata, potrà avvenire per favorire la ricerca scientifica.

Dove scaricare Immuni?
In base al sistema operativo dello smartphone – Ios o Android – può essere scaricata da App Store o Google Play. Ma richiede la presenza almeno delle versioni Ios 13.5 e Android 6. I modelli precedenti al 2015 non la supportano.

Quali domande vengono effettuate al primo accesso?
La regione e la provincia in cui si vive, oltre all’abilitazione delle notifiche per ricevere messaggi informativi. Immuni mette in guardia da false comunicazioni: comunicherà sempre e solo attraverso la App e non tramite sms, telefonate, e-mail o altro. Non chiede invece dati che potrebbero far risalire all’identità dell’utente come nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono, indirizzo e-mail.

Immuni farà scaricare più rapidamente la batteria dello smartphone?
Non si dovrebbero notare differenze perché la App utilizza il Bluetooth low energy, tecnologia a basso consumo energetico.

Redazione: