Gigliola Alfaro

Celebrazione, conversione, crisi, contemplazione, connessioni, cura, comunione: sono le sette parole che accompagneranno i partecipanti al “Cammino Laudato si’”, una per ciascun giorno del pellegrinaggio. Il “Cammino Laudato si’”, infatti, è una nuova via di pellegrinaggio che unisce la valorizzazione del territorio e un approccio esperienziale ai temi dell’ecologia integrale. È un’iniziativa dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, promossa in collaborazione con l’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei e la diocesi di Tursi-Lagonegro, in occasione del 25° anniversario del Progetto Policoro, voluto dalla Cei per formare i giovani ad evangelizzare il lavoro e a creare impresa.

“Un’esperienza di questo tipo tiene insieme sia una full immersione nella natura, sia un incontro con una cultura e una diocesi, con i suoi paesi e la sua vita ordinaria. Il cammino, infatti, sempre approfondisce la relazione.È il tentativo di vedere come nella prospettiva della ecologia integrale, dove tutto è connesso, lo sguardo contemplativo sulla natura offra anche la capacità di recuperare rapporti sociali, le relazioni e una storia di arte, spiritualità, santità che un territorio propone”, ci spiega don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei.Proprio traendo spunto dalla “Laudato si’”, dunque, “la proposta educativa che noi vogliamo fare – chiarisce don Bignami – è quella di un cammino che tenga conto sia delle bellezze naturali sia del valore culturale, spirituale, artistico di quel territorio”. Ma non solo: “Il percorso nasce anche per celebrare i venticinque anni del Progetto Policoro, che ha preso il via nel 1995 dalla cittadina di Policoro in Basilicata, per questo si è scelto Policoro come punto di arrivo del cammino Laudato si’”. Dal 1995 ad oggi il progetto Policoro ha creato posti di lavoro, dato speranza a molti giovani e soprattutto ha cercato di invertire la spirale della rassegnazione nelle zone economicamente più depresse del Paese.“Il nostro obiettivo – aggiunge il direttore dell’Ufficio Cei – è quindi sia celebrare i venticinque anni del Progetto Policoro sia offrire una modalità di educazione e formazione sulla Laudato si’ che non sia solo una lettura di un testo ma anche esperienziale, quindi una profonda riflessione sulla Laudato si’ attraverso un pellegrinaggio”.

 

Il cammino dura una settimana. “Lungo 150 chilometri, l’itinerario parte da Castelluccio Inferiore, all’interno del Parco nazionale del Pollino, e arriva a Policoro, nel materano, sulla spiaggia ionica – racconta don Bignami -. La prima parte del cammino ripercorre un’antica linea ferroviaria dismessa da anni e che negli ultimi anni è stata adibita a pista ciclabile. Da Castelluccio Inferiore si giunge a Lauria, poi a Latronico, appena prima si arriva nella valle del Sinni, il fiume che arriva fino a Policoro e la si percorre non in fondo valle ma attraversando alcuni dei centri storici più importanti come Chiaromonte, San Giorgio in Lucano e arrivando l’ultima tappa a Rotondella, un bellissimo borgo antico, poi c’è la discesa verso il mare, verso Policoro”. Ed è proprio attraverso bellissime cittadine, borghi antichi e paesaggi incontaminati, tra arte, cultura e tradizioni, che il Cammino vuole promuovere la riflessione sull’enciclica Laudato si’ in modo non astratto, ma per immersione, coniugando conoscenza, contemplazione, incontro, spiritualità e cura del Creato.

 

Le giornate saranno scandite dal cammino e dalla preghiera. “Metteremo a disposizione un sussidio di preghiera e di testi della Laudato si’. Ogni giorno è proposta una tematica: noi invitiamo a lasciarsi guidare dalla tematica e dalle tappe che man mano si percorrono”, precisa il direttore dell’Ufficio Cei. Tutte le parole guida dei giorni iniziano per “C” e sono

“celebrazione, conversione, crisi, contemplazione, connessioni, cura, comunione”.

Nell’estate 2021, emergenza sanitaria permettendo, è in programma un primo pellegrinaggio per i giovani del Progetto Policoro e per i seminaristi italiani. Sarà “una sorta di pellegrinaggio 1, l’inaugurazione ufficiale del Cammino ma sarà possibile percorrerlo anche prima”. E un numero zero di prova, ricorda don Bignami, “già l’abbiamo fatto, ad agosto scorso, per testare i sentieri e valutare le difficoltà: eravamo in quattro dell’Ufficio. In quell’occasione abbiamo anche preso alcuni accordi con alberghi e strutture del territorio. Alcune strutture, infatti, le indicheremo noi, altre la diocesi”.

 

La proposta è indirizzata “a tutti gli amanti dei cammini, un’esperienza in crescita negli ultimi anni. Ovviamente – conclude don Bignami -,è una proposta soprattutto per i giovani,anche perché questa forma di pellegrinaggio normalmente attrae un certo numero di ragazzi, gruppi, scout, parrocchie, però può essere anche occasione per singoli, per famiglie, persone che amano ritagliarsi qualche giorno per fare un’esperienza di cammino”. Prossimamente sarà disponibile un sussidio per la preghiera e la meditazione, scaricabile dal sito dell’Ufficio Cei per la pastorale sociale e il lavoro, destinato a singoli e gruppi che vogliano mettersi in cammino.

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