M.Michela Nicolais

“La preghiera è la salvezza dell’essere umano”. Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di ieri, l’ultima dedicata ai salmi, ha messo in guardia da “una preghiera fasulla, fatta solo per essere ammirati dagli altri”, e da quello che ha definito “ateismo pratico, l’ateismo di tutti i giorni”. “Non riconoscere la persona umana come immagine di Dio è un sacrilegio, è un abominio, è la peggior offesa che si può recare al tempio e all’altare”, il monito di Francesco, secondo il quale “la preghiera dei salmi ci aiuti a non cadere nella tentazione dell’ empietà, cioè di vivere, e forse anche di pregare, come se Dio non esistesse, e come se i poveri non esistessero”.

La “preghiera fasulla”, spiega il Papa, è quella di coloro “che vanno a messa soltanto per va far vedere che vanno a messa, che sono cattolici, o per far vedere l’ultimo modello che hanno acquistato, per fare bella figura sociale”.

Assomigliano a quella che nei salmi compare come “figura negativa”: l’empio, cioè “colui o colei che vive come se Dio non ci fosse. È la persona senza alcun riferimento al trascendente, senza alcun freno alla sua arroganza, che non teme giudizi su ciò che pensa e ciò che fa. Per questa ragione il Salterio presenta la preghiera come la realtà fondamentale della vita. Il riferimento all’assoluto e al trascendente – che i maestri di ascetica chiamano il sacro timore di Dio – è ciò che ci rende pienamente umani, è il limite che ci salva da noi stessi, impedendo che ci avventiamo su questa vita in maniera predatoria e vorace”.

“Quando si prega, ogni cosa acquista spessore”,

garantisce Francesco: “acquista peso, Dio la prende in mano e la trasforma”. “Il peggior servizio che si possa rendere, a Dio e anche all’uomo, è di pregare stancamente, in maniera abitudinaria”, il monito: “pregare come i pappagalli: no, si prega col cuore”. “La preghiera è il centro della vita”, incalza il Papa: “Se c’è la preghiera, anche il fratello, la sorella, diventa importante, anzi, anche i nemici. Chi adora Dio, ama i suoi figli. Chi rispetta Dio, rispetta gli esseri umani”.

“La preghiera non è un calmante per attenuare le ansietà della vita”:

la preghiera dei cristiani ha il respiro, la tensione spirituale dei salmi, che tengono insieme il tempio e il mondo: “La preghiera può iniziare nella penombra di una navata, ma poi termina la sua corsa per le strade della città. E viceversa, può germogliare durante le occupazioni quotidiane e trovare compimento nella liturgia”. Perché “le porte delle chiese non sono barriere, ma membrane permeabili, disponibili a raccogliere il grido di tutti”, e nella preghiera del Salterio il mondo è sempre presente. Insomma, “dove c’è Dio, ci dev’essere anche l’uomo”.

“Se tu preghi tanti rosari al giorno, ma poi chiacchieri sugli altri e hai rancore dentro, hai odio contro gli altri, questo è artificio puro, non è verità, non è consistente”,

il monito a braccio per stigmatizzare l’ateismo pratico, l’ateismo di tutti i giorni: “Se uno dice: ‘Io amo Dio’ e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello”. “Dio non sopporta l’ateismo di chi nega l’immagine divina che è impressa in ogni essere umano”, conclude il Papa: “Quell’ateismo di tutti i giorni, io credo in Dio ma con gli alti distanza, mi permetto di odiare gli altri. Questo è ateismo pratico”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *