“Abbiamo bisogno di maternità, di chi generi e rigeneri vita con tenerezza, perché solo il dono, la cura e la condivisione tengono insieme la famiglia umana”. Lo ha detto Papa Francesco durante l’udienza ai docenti e studenti della Pontificia Facoltà Teologica Marianum, che si è svolta in occasione del 70° anniversario di fondazione. “La Chiesa ha bisogno di riscoprire il suo cuore materno, che batte per l’unità; ma ne ha bisogno anche la nostra Terra, per tornare a essere la casa di tutti i suoi figli. La Madonna lo desidera – ha aggiunto citando l’enciclica Fratelli tutti, ‘vuole partorire un mondo nuovo, dove tutti siamo fratelli, dove ci sia posto per ogni scartato delle nostre società’”. Poi, lo sguardo sul mondo che, “senza le madri, non ha avvenire”: “Gli utili e il profitto, da soli, non danno futuro, anzi a volte accrescono disuguaglianze e ingiustizie. Le madri, invece, fanno sentire ogni figlio a casa e danno speranza”.
Soffermandosi sulla mission del Marianum, il Papa ha ricordato che “è chiamato a essere un’istituzione fraterna, non solo attraverso il bel clima familiare che vi distingue, ma anche aprendo nuove possibilità di collaborazione con altri istituti, che aiuteranno ad allargare gli orizzonti e a rimanere al passo con i tempi”. “C’è paura, a volta, di aprirsi, pensando di perdere le proprie specificità, ma quando ci si mette in gioco per dare vita e generare il futuro non si sbaglia, perché si fa come le madri – ha osservato Francesco -. E Maria è madre che insegna l’arte dell’incontro e del camminare insieme. È bello allora che, come in una grande famiglia, al Marianum confluiscano tradizioni teologiche e spirituali differenti, che contribuiscano anche al dialogo ecumenico e interreligioso”.
Infine, l’attenzione al ruolo della donna. Volgendo il pensiero a quelle che “non ricevono la dignità loro dovuta”, Papa Francesco ha ribadito che “la donna, che ha portato Dio nel mondo, deve poter portare i suoi doni nella storia”. “C’è bisogno del suo ingegno e del suo stile. Ne ha bisogno la teologia, perché non sia astratta e concettuale, ma delicata, narrativa, vitale. La mariologia, in particolare, può contribuire a portare nella cultura, anche attraverso l’arte e la poesia, la bellezza che umanizza e infonde speranza. Ed è chiamata a ricercare spazi più degni per la donna nella Chiesa, a partire dalla comune dignità battesimale”.
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