Soffermandosi sulla mission del Marianum, il Papa ha ricordato che “è chiamato a essere un’istituzione fraterna, non solo attraverso il bel clima familiare che vi distingue, ma anche aprendo nuove possibilità di collaborazione con altri istituti, che aiuteranno ad allargare gli orizzonti e a rimanere al passo con i tempi”. “C’è paura, a volta, di aprirsi, pensando di perdere le proprie specificità, ma quando ci si mette in gioco per dare vita e generare il futuro non si sbaglia, perché si fa come le madri – ha osservato Francesco -. E Maria è madre che insegna l’arte dell’incontro e del camminare insieme. È bello allora che, come in una grande famiglia, al Marianum confluiscano tradizioni teologiche e spirituali differenti, che contribuiscano anche al dialogo ecumenico e interreligioso”.
Infine, l’attenzione al ruolo della donna. Volgendo il pensiero a quelle che “non ricevono la dignità loro dovuta”, Papa Francesco ha ribadito che “la donna, che ha portato Dio nel mondo, deve poter portare i suoi doni nella storia”. “C’è bisogno del suo ingegno e del suo stile. Ne ha bisogno la teologia, perché non sia astratta e concettuale, ma delicata, narrativa, vitale. La mariologia, in particolare, può contribuire a portare nella cultura, anche attraverso l’arte e la poesia, la bellezza che umanizza e infonde speranza. Ed è chiamata a ricercare spazi più degni per la donna nella Chiesa, a partire dalla comune dignità battesimale”.