Gigliola Alfaro
“Nel mondo di oggi l’esposizione alla pornografia è una condizione normale per i giovani. Numerosi studi condotti negli Stati Uniti rivelano che la prima esposizione alla pornografia avvenga all’età di 8-11 anni e la situazione in Italia è analoga. E, pur essendo uno dei peccati più confessati, molti sacerdoti riconoscono anche di non avere abbastanza strumenti o una comprensione sufficientemente ampia del problema della pornografia e della dipendenza”. Parte da questa analisi l’associazione Puri di Cuore per spiegare com’è nato il percorso di formazione on line, rivolto ai sacerdoti, di accompagnamento pastorale e libertà dalla pornografia, che si terrà su Zoom da lunedì 30 novembre a venerdì 4 dicembre.
Il percorso di formazione inizia situando il problema della pornografia nel contesto della missione evangelizzatrice della Chiesa.Affronta poi l’eziologia della dipendenza spiegando come gli aspetti disfunzionali del sistema familiare e i traumi possono portare alla dipendenza. Prosegue approfondendo la dipendenza dal punto di vista delle neuroscienze. Questa parte della formazione fornirà informazioni su come la dipendenza influisce sul cervello e perché alcuni degli approcci e delle discipline tradizionali sembrano non essere più efficaci. Verrà nel seguito ripresa la prospettiva pastorale, fornendo ai sacerdoti strumenti da utilizzare nel contesto della direzione spirituale e della consulenza pastorale per predicare il Vangelo al cuore di questi nuovi poveri. Verrà affrontato il processo di recupero per le coppie quando viene scoperto il problema dell’utilizzo di pornografia, da parte del marito nella gran parte dei casi. La scoperta della dipendenza sessuale di un coniuge può essere traumatica e anche la moglie avrà bisogno di cura pastorale. Prima della conclusione si dedicherà tempo al dialogo tra i partecipanti e chi ha guidato il percorso di formazione per confrontarsi su tutto ciò con cui ciascuno ha a che fare nella propria parrocchia o nel ministero, o anche su contenuti affrontati nel percorso che abbiano a che fare con la propria storia personale. Nella conclusione si riassume il percorso, affrontando eventuali aspetti tralasciati in precedenza, riprendendo ancora le strategie pastorali per il lavoro di prevenzione.
“Siamo un’associazione di promozione sociale dedicata alle sfide poste dalla pornografia”, ci spiega Tebaldo Vinciguerra, co-fondatore dell’associazione Puri di Cuore. L’associazione svolge essenzialmente tre tipi di azioni. Innanzitutto, “attraverso incontri, pubblicazioni e formazioni, puntiamo ad accrescere la consapevolezza in merito alle ripercussioni di queste complesse sfide per le singole persone, le coppie, le famiglie e, più generalmente, l’intera società. Consumare pornografia o produrre le proprie immagini pornografiche può davvero causare gravi ferite.
Non bisogna credere che ‘tutto si limita al digitale’ e che non ci siano ripercussioni sulla vita ‘vera’!”.
A chi desidera interrompere il proprio consumo di pornografia, prosegue Vinciguerra, “indichiamo possibili vie di uscita e di recupero. A tal fine, per esempio, collaboriamo con professionisti e diffondiamo la conoscenza dei cosiddetti ‘gruppi di aiuto’. Alcuni membri della nostra Associazione sono per l’appunto terapeuti”. La terza azione: “Spieghiamo come proteggersi dalla pornografia, per esempio attraverso programmi informatici, nozioni comportamentali, strumenti legislativi. Abbiamo già collaborato con numerose diocesi, parrocchie, Università”.
L’idea alla base del percorso formativo per sacerdoti “è duplice. Innanzitutto, sembra pertinente un aggiornamento, poiché i sacerdoti impegnati attualmente nella pastorale sono stati presumibilmente formati in base a insegnamenti e manuali preparati in un’epoca nella quale la pornografia non era considerata una minaccia grave né capillare. L’accesso facile a Internet, con una sovrabbondanza di contenuti gratuiti e una parvenza di anonimato, ha cambiato significativamente l’esperienza della pornografia rispetto alle videocassette e alle riviste per adulti. Oramai,
si verificano dinamiche di dipendenza, anche tra i giovanissimi,
e gli approcci usati in passato per la pornografia possono risultare inefficaci – osserva il co-fondatore di Puri di Cuore -. Molti giovani sacerdoti ne sono consapevoli, ma anche genitori, educatori e terapeuti, ma servono i concetti e gli strumenti per affrontare la pornografia come si presenta nel 2020”. In secondo luogo,“avendo a cuore una visione integrale della persona umana, ha senso promuovere un approccio in tandem rispettoso e armonioso tra terapeuta e accompagnatore spirituale. È proprio questa una delle peculiarità della formazione, tenuta da un sacerdote e una terapeuta”.
L’obiettivo principale del corso “è familiarizzare i sacerdoti con le azioni e i metodi oggi disponibili grazie alle scienze psicologiche, ma sempre guardando al Vangelo. Si situa dunque il problema della pornografia nel contesto della missione evangelizzatrice della Chiesa. Si affronta l’eziologia della dipendenza, spiegando gli elementi che facilitano una dipendenza, e si studia la dipendenza dal punto di vista delle neuroscienze. Viene approfondita la prospettiva pastorale, indicando strumenti utili per la direzione spirituale. Si affronta la problematica delle coppie, cioè quando uno dei coniugi scopre la dipendenza dell’altro – si tratta di un trauma – ed entrambi i coniugi hanno bisogno di cura pastorale. Viene dedicato ampio tempo al dialogo tra i partecipanti e i docenti”. I relatori sono don Sean Kilcawley, responsabile della Pastorale familiare della diocesi di Lincoln in Nebraska, che lavora da anni su questa questione, e la psicoterapeuta Tracy Zemansky. Per avere informazioni si può scrivere a info@puridicuore.it o consultare il sito www.puridicuore.it.“Prego affinché questo corso porti abbondanti frutti – conclude Vinciguerra -. Si è difatti osservato che durante il precedente lockdown, in primavera, c’è stata un’impennata nel consumo di pornografia; contestualmente sono emerse numerose e comprensibili difficoltà di tipo mentale o relazionale dovute all’ansia, all’incertezza, alle preoccupazioni economiche e al confinamento. Viviamo in tempi davvero molto particolari”.