“Per me è stato un incontro molto commovente. Ho ringraziato il Papa di avermi accompagnato con la preghiera in questo periodo di lungo silenzio”. Lo ha affermato ieri padre Pier Luigi Maccalli, dopo essere stato ricevuto in udienza dal Papa. Il missionario della Società delle Missioni Africane (Sma), rapito la notte del 17 settembre 2018 nella missione di Bomoanga, in Niger, quasi al confine con il Burkina Faso, da un gruppo armato, è stato liberato in Mali l’8 ottobre scorso. Ad accompagnarlo dal Papa il superiore generale, padre Antonio Porcellato. “Ho raccontato al Papa come pregavo e che mi sentivo sostenuto dalla preghiera della Chiesa. Papa Francesco mi ha risposto che la Chiesa che è stata sostenuta dalla mia preghiera – aggiunge padre Gigi, come viene chiamato il missionario -. Il Santo Padre è stato molto attento a quello che dicevo, l’ho sentito come un padre che ascolta e accoglie un figlio che tornava dopo tanto tempo”. Padre Maccalli ha anche illustrato la difficile situazione che vivono le aree dove è stato missionario: “Ho chiesto al Papa di pregare per gli altri ostaggi, per la situazione in Niger e per le altre situazioni difficili dei Paesi in quell’area. Questo è un momento in cui l’odio si fa sentire facendo la voce più grossa, ma la risposta è più fratellanza e libertà. Ed è questa la missione della Chiesa”. E “il Papa ha detto che bisogna pregare per un mondo più fraterno”.
“Sono restato molto contento di come il Papa abbia seguito con attenzione tutto il racconto di padre Gigi – ci dice, a sua volta, padre Porcellato – e ci ha invitato a pregare sempre per la fraternità”.
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