In apertura e durante l’omelia mons. Castillo ha fatto esplicito riferimento alla situazione del Paese, proprio mentre il presidente Manuel Merino rassegnava le sue dimissioni, in seguito alle repressioni della notte precedente. “Ciò che è stato dato per condividere e crescere nell’amicizia non può essere mantenuto egoisticamente. E questo è uno dei problemi che soffriamo come Paese, perché c’è un gruppo di persone che si arricchisce con i soldi dell’intera Nazione e che ha imparato, sistematicamente, a corrompere la vita del nostro popolo, a corrompere le possibilità di sviluppo, soprattutto lo sviluppo dei poveri”.
Quando “la corruzione è presente al centro della vita di una persona e di una società, dobbiamo rettificare quegli errori e tutto ciò che ne deriva. Per questo motivo, le decisioni non possono essere prese sulla base dell’ambizione”, ha affermato l’arcivescovo.
E ha concluso: “La pace si costruisce con impegno e dialogo, rinunciando ai propri interessi. È un percorso difficile, ma non impossibile. Dico a coloro che hanno sparato, le stesse parole che ha detto mons. Óscar Romero prima di morire: ‘Di fronte a un ordine di uccidere, la legge di Dio deve prevalere sulla legge degli uomini. E la legge di Dio dice: non uccidere’. È ora che il nostro Paese rispetti e si batta per la vita di tutti”.