“Il taglio delle spese di fine anno a tavola rischia di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari degli italiani che nel 2020 scendono al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti da 30 miliardi con un calo del 12% rispetto all’anno precedente”. Lo segnala una analisi della Coldiretti su dati Ismea divulgata in occasione dell’incontro con i soci di Filiera Italia con la partecipazione del presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, e del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, dopo il varo del Dpcm di fine anno.
“Il maggior tempo trascorso a casa a cucinare – sottolinea Coldiretti – determina un aumento della spesa alimentare domestica del 7% che tuttavia non compensa il crack che si è verificato nella ristorazione con il dimezzamento del volume di affari (-48%)”, osserva l’associazione. Una situazione di sofferenza che porterà a fine anno ad una perdita di fatturato per la filiera agroalimentare stimata in oltre 9,6 miliardi solo per i mancati acquisti in cibi e bevande da parte della ristorazione. “Una drastica riduzione dell’attività stimata pari al 48% su base annuale che – sottolinea la Coldiretti – pesa sulla vendita di molti prodotti, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato”.