“La vostra missione inizia in un periodo di grande sfida per l’intera famiglia umana”. E’ il saluto del Papa agli ambasciatori di Giordania, Kazakhstan, Zambia, Mauritania, Uzbekistan, Madagascar, Estonia, Rwanda, Danimarca e India presso la Santa Sede, ricevuti in udienza in occasione della presentazione delle lettere credenziali. “Anche prima della pandemia di Covid-19, era chiaro che il 2020 sarebbe stato un anno caratterizzato da urgenti necessità umanitarie, dovute a conflitti, violenza e terrorismo in diverse parti del mondo”, l’analisi di Francesco: “Le crisi economiche stanno causando fame e migrazioni di massa, mentre il cambiamento climatico aumenta il rischio di disastri naturali, carestie e siccità. Ed ora la pandemia sta aggravando le disuguaglianze già presenti nelle nostre società; infatti, i poveri e i più vulnerabili dei nostri fratelli e sorelle rischiano di essere trascurati, esclusi e dimenticati”. “La crisi ci ha fatto capire che ci troviamo sulla stessa barca”, ha ribadito il Papa, secondo il quale “oggi, forse più che mai, il nostro mondo sempre più globalizzato richiede urgentemente un dialogo e una collaborazione sinceri e rispettosi, capaci di unirci nell’affrontare le gravi minacce che incombono sul nostro pianeta e ipotecano il futuro delle giovani generazioni”. Poi la citazione della Fratelli tutti, con l’auspicio di “far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità”. “La presenza della Santa Sede nella comunità internazionale si pone al servizio del bene comune globale, richiamando l’attenzione sugli aspetti antropologici, etici e religiosi delle varie questioni che riguardano la vita delle persone, dei popoli e di intere nazioni”, ha ricordato Francesco, auspicando che “la vostra attività diplomatica come rappresentanti delle vostre nazioni presso la Santa Sede favorisca la cultura dell’incontro, necessaria per superare le differenze e le divisioni che così spesso ostacolano la realizzazione degli alti ideali e degli obiettivi proposti dalla comunità internazionale. Ognuno di noi è invitato, infatti, a operare quotidianamente per la costruzione di un mondo sempre più giusto, fraterno e unito”.
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