SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Prova del cuoco in salsa caritativa. Si potrebbe definire così la scherzosa competizione in atto fra i volontari che si alternano nei giorni di mercoledì e giovedì nella mensa della Caritas Diocesana per cucinare “cibi stellati” in favore dei più bisognosi. È infatti desiderio della Caritas fornire a coloro che ne hanno bisogno non solo qualcosa da mangiare, ma che sia cibo di qualità e ben servito.
Ci spiega tutto su questa curiosa gara di solidarietà Debora Cozza che insieme a Francesca Bollettini e Marina Consorti fa parte del gruppo “Giovedì del cuore” che, come dice il nome stesso, entra in azione ogni giovedì nella cucina della Caritas Diocesana: «Il nostro gruppo si è unito grazie a Paolo Forlì. Cuciniamo in base al materiale che ci viene fornito dalle suore, tutte e tre cuciniamo da tanti anni e in particolare Francesca Bollettini con la sua esperienza di albergatrice può mettere quel guizzo in più che può favorire la presentazione dei nostri piatti».
Si presta ovviamente particolare attenzione al menu: «Siamo attente ai gusti delle persone che serviamo, circa una settantina fra pranzo e cena, venendo loro incontro se hanno alcune preferenze o se non possono mangiare alcuni cibi per motivi religiosi o legato alla dieta. Il menu è scelto dalle suore, secondo la disponibilità dei cibi di stagione, e loro sono molto attente a non essere ripetitive nella scelta dei piatti, in maniera che il cibo donato costituisca anche una sorpresa per chi lo riceve».
Non si tratta solo di rispondere all’esigenza di nutrirsi. Questo gruppo di cuoche mette proprio tanta passione in questo servizio: «Da marzo il servizio mensa non si svolge nel refettorio al fine di non creare assembramenti e sono le suore a pensare alla consegna dei cesti che prepariamo. Pertanto prepariamo il cibo e lo impiattiamo in modo che sia gradevole anche nella presentazione: abbiamo a cuore che chi riceve il nostro cibo percepisca l’amore che abbiamo verso di loro».
In questa caritativa competizione hanno la loro parte anche i social: «Spesso condividiamo i nostri piatti sulle piattaforme social e questo ha incuriosito tanti nostri amici i quali, a loro volta, hanno fatto giungere alla Caritas pacchi di generi alimentari».
Con questo servizio Debora ha capito con la sua vita quanto siano vere le parole di Gesú: «C’è più gioia nel dare che nel ricevere». Infatti racconta: «Per me il servizio in Caritas è una grande esperienza perché è il momento in cui uno ringrazia Dio per tutto quello che ha e capisce di doverlo mettere a disposizione degli altri. È un gesto che fa bene prima di tutti a me stessa: il giovedì lascio lo studio di commercialista nel quale lavoro, mi reco alla Caritas e tutti, anche i clienti, sanno che in quel momento sono impegnata da un’altra parte! Siamo una bella squadra affiatata ed è nato un bel rapporto sia con le suore che fra noi. Sono davvero contenta di questa esperienza che mi riempie il cuore di gioia».
Ma potevamo non dare la parola all’altra squadra, cioè quelli del mercoledì?! Certo che no! E allora lasciamo parlare Giovanni Gaspari, ex Sindaco di San Benedetto del Tronto, che a proposito della gara di cucina con quelli del “Giovedì nel cuore”, dice: «Noi giochiamo molto su questa nostra competizione sui pranzi che prepariamo perché è un modo per fare “pubblicità” alla Caritas: posso garantire che grazie a questi post delle squadre in gioco si sono avvicinate tante persone con telefonate, donazioni di prodotti alimentari, ecc. Italo Calvino diceva che prendere la vita con leggerezza non significa essere superficiali, ma aiuta a planare dall’alto: con leggerezza le cose possono prendere il verso giusto e alleggerire i macigni che si hanno nel cuore!»
Anche l’ex Primo Cittadino è giunto in Caritas grazie a Paolo Forlì: «Il nostro gruppo ha iniziato a prestare servizio in Caritas all’inizio del 2020, prima del primo lockdown. Oltre a me la squadra è composta da Antonietta, Giacomo e Giuseppe»
Per Gaspari non si tratta della prima esperienza di volontariato: «Il mio impegno nel volontariato è un’esperienza che nasce da lontano, avendo iniziato come volontario durante il terremoto dell’Irpinia del 1980. A questo ho associato da sempre la passione per la cucina perché mettersi dietro i fornelli per me è un modo per donarsi e rendere felice qualcuno». E per lui c’è una sorta di continuità fra l’impegno civile e quello caritativo: «Credo che l’impegno politico e la solidarietà abbiano tanti punti in comune. Non è stato un cambiamento, ma proseguire un impegno»
Alla richiesta di quale sia il piatto che preferisce cucinare orgogliosamente risponde: «Noi amiamo cucinare pesce e, senza che nessuno se ne abbia a male, molti ospiti dicono che volentieri vengono a mangiare perché quello che cuciniamo è buono! Questo vale anche per gli altri giorni! Si intende! Mi piace ricordare che la nostra opera può essere realizzata anche grazie a un benefattore che desidera rimanere anonimo mette a disposizione il pesce per una o due volte al mese».