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“Non è stato un caso”, il nuovo libro di don Pio Costanzo

Il libro è disponibile nella nostra Parrocchia Cristo Re.
Invitiamo chi desidera riceverne una copia a lasciare un’offerta per sostenere le opere di carità della nostra Casa di Accoglienza.

Recensione a cura di don Gian Luca Rosati, parroco di Cristo Re

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Non è stato un caso” è quasi un romanzo, è quasi un giallo.
La brevità del racconto scritto da don Pio Costanzo (126 pagine) non deve trarre in inganno: s’avvicina a un romanzo, s’avvicina a un giallo, ma è molto di più!

È il tentativo di entrare nella vita di un uomo come tanti, con i suoi dubbi e le sue domande.
Il protagonista è uno psichiatra, famoso per la sua capacità di accogliere, ascoltare e indirizzare parole salutari ai suoi pazienti. Egli ci coinvolge nei suoi dubbi e nelle sue domande.
Quest’uomo ci somiglia e ci costringe a prendere sul serio la vita e a non accontentarci di risposte generiche e superficiali.
In compagnia del protagonista, ci addentriamo nel groviglio dei pensieri che s’affollano, nelle ansie della vita, negli interrogativi esistenziali, nelle inquietudini che ci accompagnano nel quotidiano.

La certezza iniziale dello psichiatra è semplicissima e ferma: «è stato un caso».
Ma il pensiero corre più veloce della penna, e già alla seconda riga il tempo imperfetto ci rivela qualche scricchiolio in quella che appariva come una granitica certezza: «Ne ero certo».

Il ragionamento è lucido e si dipana riga dopo riga, domanda dopo domanda, deduzione logica dopo deduzione logica, ma allo stesso tempo appaiono le prime luci di un mistero che, in modo del tutto inaspettato, rende semplice la vita.
Il racconto ci fa salire su un monte con il protagonista.

Lì avviene un incontro…
«Lassù, al centro di un prato verde, una edicola in muratura, segnava il punto più alto della collina. […]
Davanti all’edicola, sopra una pietra quasi levigata, erano seduti una ragazza e un giovane. […]
Perché stavano lassù quei due ragazzi? […]
“è strano che due giovani si alzino prestissimo”, dissi dopo essermi ripreso da quella insolita presenza.
“Siamo quassù per pregare”.
“Per pregare?” chiesi con tono così rapido che mi sentii ribattere in un baleno:
“Perché? Si meraviglia? Lei non prega?”.
Mi avvicinai alla piccola costruzione in muratura e, dopo aver lanciato un rapido sguardo all’interno, risposi: “No, io non prego. Non saprei proprio chi pregare”» (brano tratto dal libro).
Davanti alla piccola edicola, le vite dei personaggi s’intrecciano e scopriamo che la semplicità non si raggiunge preoccupandosi di se stessi, ma aprendo il cuore agli altri, accogliendoli nella nostra vita e riconoscendoli come il dono di Dio per noi!

Si tratta di una lettura che, in questi tempi di epidemia, ci aiuterà a ritrovare il sentiero della fiducia, della speranza e dell’amore!
Nella confezione contenente il libro, c’è anche un bel racconto di Natale.

 

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