DIOCESI – Giovedì 10 dicembre presso la concattedrale di San Gregorio Magno la nostra Diocesi ha onorato la Madonna di Loreto, sua patrona, con una celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Carlo Bresciani e concelebrata da don Patrizio Spina, Vicario Generale; padre Gabriele Lupi, Vicario Foraneo della Vicaria “Beata Assunta Pallotta”; don Nicola Spinozzi, parroco dei Santi Gregorio Magno e Niccolò e dei Santi Benigno e Michele Arcangelo; don Tommaso Capriotti e don Vincenzo Catani. Hanno assistito alla funzione i diaconi Walter Gandolfi e Emanuele Imbrescia.
Nella sua omelia il Vescovo Carlo ha esordito dicendo: «Veneriamo Maria col titolo di Madonna di Loreto che è la patrona della nostra Diocesi: la presenza del Vicario Generale don Patrizio e del Vicario Foraneo padre Gabriele e di altri sacerdoti sta a significare la presenza di tutto il presbiterio diocesano che vuole rendere onore a Maria che qui è venerata come “Madonna di San Giovanni”. Questa festa è legata alla venuta della Santa Casa che è custodita a Loreto».
Mons. Bresciani ha proseguito sottolineando la dimensione affettiva vissuta dalla Sacra Famiglia nella casa di Nazareth: «La nostra attenzione è portata sulla casa di Maria, dove lei ha vissuto i suoi affetti più cari in questo mondo, sia quelli verso Dio, sia quelli verso Gesù e verso Giuseppe. La casa in fondo richiama questa custodia degli affetti familiari. La casa di Maria e Giuseppe è stata anche la casa di Gesù per 30 anni. La casa dunque ci richiama le mura, ma le mura non bastano per la vita: tutti noi teniamo certamente alle nostre case, ma quello che è importante è quello che si vive dentro le nostre case. In questa casa viveva un cuore di sposa e di madre che rendeva calda e abitabile quell’ambiente. Una casa in cui Dio era di casa non soltanto per la presenza di Gesù, ma per i modi nei quali la vita era vissuta in quella casa. Quella casa aveva come unica guida la volontà di Dio: Maria infatti nell’Annunciazione ha affermato: “Sia fatta la tua volontà”».
È in fra queste mura che Gesù ha imparato ad amare come uomo: «Immagino in quella casa la tenerezza e la dolcezza reciproca che guidava le relazioni. La delicatezza di Maria nei confronti di Giuseppe e di Giuseppe verso Maria e di questi genitori verso Gesù. C’era un clima di affetto robusto e sano, guidato da Dio, perché in una casa vera ognuno si prende cura degli altri in maniera reciproca. Ovviamente in maniera diversa: la madre in un modo, il padre in un altro e il figlio in un altro ancora, ma tutti in un modo o nell’altro si fanno carico degli altri. La casa di Maria è una casa povera dal punto di vista materiale, ma ricca di tutti gli altri aspetti che rendevano piacevole il viverci dentro, ovvero essa era ricca di fede e di amore. È qui che Gesù ha imparato come uomo ad amare o, come dice il vangelo, a “crescere in sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini”».
La celebrazione si è conclusa con l’accensione di una lampada votiva alla Madonna di Loreto che – come ricordato nell’omelia del Vescovo – a Ripatransone si venera col nome di “Madonna di San Giovanni”, poiché fu proprio la Confraternita di San Giovanni a chiederne la realizzazione. L’olio è stato offerto quest’anno dalla Vicaria “Beata Assunta Pallotta” nella persona del Vicario Foraneo padre Gabriele Lupi.