MARTINSICURO – Si è svolta ieri, Domenica 13 Dicembre, alle ore 16:00, la premiazione di Gino Bucci, meglio conosciuto come l’Abruzzese fuori sede, che è stato premiato con la statuetta 2020 de L’Abbruzzes sott’ la Madunina’ che riproduce il Guerriero di Capestrano. Il riconoscimento, istituito nel 2009 dall’Associazione Abruzzese e Molisana “Mattioli” di Milano, viene assegnato ogni anno agli abruzzesi (o a persone vicine alla nostra regione) che si sono distinti in ambito nazionale ed internazionale per particolari meriti. Tra i vincitori degli anni precedenti troviamo personaggi del calibro di Franz Di Cioccio della Premiata Forneria Marconi o del comico Gabriele Cirilli. Questa la motivazione ufficiale del premio conferito a Bucci, letta in diretta streaming su Facebook dal Presidente dell’Associazione, Angelo Dell’Appennino: “Durante questo anno molto duro e particolare col Covid-19, Gino Bucci con ‘L’abruzzese fuori sede’ ha accompagnato con le sue storie migliaia di abruzzesi in giro per l’Italia e non solo, dimostrando di avere una grande conoscenza non solo del tessuto sociale abruzzese ma anche dei suoi angoli e territori più remoti, contribuendo fattivamente alla diffusione dell’abruzzesità e quindi della tradizione anche fuori regione”.
Vista la particolare occasione, abbiamo voluto incontrare il vincitore di questo premio. Gino Bucci, 28 anni, di Martinsicuro, dopo aver conseguito presso l’Università La Sapienza di Roma la laurea triennale in Lettere Moderne, sta terminando gli studi per conseguire la laurea magistrale in Italianistica presso l’Università di Bologna. Già vincitore del Premio “Amore per l’Abruzzo” e del “Premio Sulmona – sezione comunicazione” nell’anno 2019, quest’anno è arrivato il terzo riconoscimento.
Quando e come è nata l’idea di aprire una pagina Facebook che parlasse dell’Abruzzo e degli abruzzesi?
“La pagina è nata nel 2014, mentre ero a Roma all’università. Condividevo l’appartamento con un ragazzo di Pescocostanzo ed uno di Popoli. Considerando che io sono di Martinsicuro, in casa c’era tutto l’Abruzzo riunito! All’inizio si trattava di una pagina seguita dagli universitari, un po’ goliardica ed ironica, che usavo soprattutto per pubblicare meme, immagini divertenti, giusto per scherzare un po’. Poi nell’anno 2016 ho proprio abbandonato la pagina perché avevo altri impegni. Quando ho ripreso a pubblicare, nel 2017, ho notato che la pagina stava avendo una crescita lenta ma costante ed ho iniziato quindi a scrivere delle riflessioni un po’ più strutturate, anche in dialetto.”
A cosa pensa sia dovuto il successo della sua pagina?
“Credo che il successo della pagina sia dovuto all’onestà con cui viene portata avanti. Alla fine non spammo nulla, non pubblicizzo, cerco di ascoltare tutti e aiutare quando possibile. Utilizzo inoltre un mezzo dialetto italianizzato – per dirlo con un termine dotto – una koinè dialettale, cioè una lingua che è un miscuglio di vari dialetti, che è comprensibile a tutti gli abruzzesi e che sicuramente piace. Lo faccio con semplicità, ascoltando i consigli delle persone. Parlo di piccole cose, piccoli paesi: scrivo liberamente quando posso e come posso, la gente apprezza, credo, perché nota una certa “verità” e si fida di quello che dico ormai.”
Da chi è gestita la pagina? Solo da lei oppure ha qualcuno che l’aiuta?
“Seguo io tutta la pagina e la lentezza con cui sto concludendo gli studi lo testimonia! Scherzi a parte, devo dire che spesso ricevo dei consigli dalle persone su cosa pubblicare, spesso sono io stesso che vado a scovare le persone e le notizie. Grazie a questa pagina, ho ricevuto molti inviti in località che prima erano a me sconosciute. Ormai, dopo aver girato praticamente tutto l’Abruzzo, in ogni paese ho un referente, una nonna o uno zio che, all’occorrenza, mi invia foto di eventi o fatti degni di nota. Questo premio va quindi condiviso con tutti i miei amici abruzzesi.”
Cosa le piace dell’Abruzzo e perché ne è orgoglioso?
“Dell’Abruzzo mi piace il mio paese, in primis, che è uno dei meno considerati d’Italia. Martinsicuro ha una storia antichissima, uno splendido biotopo costiero e una lunga storia marinara (mio nonno era un pescatore). Poi mi piace girare tutto l’Abruzzo, conoscere le storie, i paesi, le frazioni, le contrade. Più una cosa è “poco considerata”, più mi piace: l’Abruzzo è sempre stato poco considerato, ma merita di essere scoperto e riscoperto. Come diceva Manganelli: “L’Abruzzo è un grande produttore di silenzi”, e a me piace stare zitto, ‘nzomme. E sono sinceramente contento di aver ricevuto questo premio anche per poter dare lustro e riscatto alla mia Martinsicuro, che, come tutti i territori di periferia e di confine, è spesso terra travagliata, ma anche luogo privilegiato di incontro e confronto e quindi fonte di ispirazione.”
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
“L’obiettivo a breve termine è sicuramente conseguire la laurea magistrale, visto che mi mancano due esami; nel lungo termine, invece, subito dopo la laurea, mi piacerebbe avere l’opportunità di scrivere. È chiaro che scrivere può significare tante cose: non escludo il giornalismo, la scrittura di libri e neanche l’insegnamento che, in definitiva, è adatto a chi fa questo tipo di studi. Intanto un progetto di lavoro si è già concretizzato: ho realizzato per un’azienda del nostro territorio un calendario. Per ogni giorno dell’anno racconto un personaggio della nostra storia o un evento o una tradizione del nostro Abruzzo, aggiungendo in calce anche un proverbio abruzzese.”
A proposito di proverbi, ce n’è uno abruzzese che le piace particolarmente e che rappresenta un suo valore?
“Un proverbio che mi piace è sicuramente questo: la bellezze fine a la porte, la bbundà fine a la morte (la bellezza fino alla porta, la bontà fino alla morte).”
A chi dedica il premio che ha vinto?
“Il premio lo dedico alla mia famiglia, in particolare alle mie nonne e a mia madre, dispensatrici di agricolità e proverbi; lo dedico poi a tutti gli abruzzesi (e non) che mi seguono, commentano, e mi insegnano tante cose facendomi divertire. Speriamo di poter continuare a divertirci ancora per molto tempo.”
Visto il forte legame con gli abruzzesi, le chiedo se c’è un personaggio religioso della nostra regione che la rappresenta e perché.
“Se mi chiede un personaggio religioso, potrei dirle il Beato Roberto da Salle (PE) che fu un discepolo di Celestino V. Quando Pietro da Morrone (Celestino) venne eletto al soglio pontificio, a lui fu offerto il cardinalato, ma rifiutò, preferendo restare sulla Majella, nell’eremo di Santo Spirito, svolgendo incarichi più umili. Ecco lui e lo stesso Celestino V (che pure era molisano), in maniere diverse, rappresentano l’umiltà e la ritrosia al potere, tipici degli abruzzesi, il timore dei propri sentimenti (diceva Flaiano): caratteristiche che sento anche mie.”