Con queste parole si apre la lettera del Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani ai fedeli della diocesi.
Il Vescovo Bresciani afferma: “L’abbiamo sempre celebrata con tanta partecipazione e tanta fede. Quest’anno saremo costretti a celebrarla nel contesto di questa drammatica pandemia che ha già causato ad oggi, nella sola Italia, molto più di 60.000 morti, tanti altri malati e molti dolori e sofferenze a moltissime famiglie alle quali non possiamo che manifestare nella preghiera la nostra vicinanza e il nostro affetto. Una tale drammatica situazione ci costringe a limitare movimenti, incontri e riunioni e a mantenere distanza interpersonale. Sarà inevitabilmente un Natale molto diverso dal solito, sicuramente meno soffocato da quell’esagerato consumismo di cui molte volte ci si è lamentati.
Non ci sarà tolta, però, la possibilità di viverlo più intensamente in religioso raccoglimento, soprattutto familiare. Il venir meno di alcuni momenti comunitari è fonte di dispiacere per tutti noi, ma può diventare occasione per recuperare di più il senso religioso del Natale. Raccoglimento e sobrietà si addicono in modo particolare alla solennità che celebra la nascita di nostro Signore nella solitudine e nell’estrema povertà di una stalla.
Non potrà essere celebrata la santa messa a mezzanotte, poiché dopo le 22 non è permesso circolare. Rinunciamo a una tradizione molto cara, ma che non è certamente essenziale. La santa messa della notte può essere anticipata in un orario serale tale da permettere di rientrare a casa per le ore 22.
Sarebbe bello, però, se in famiglia ci si riunisse a mezzanotte davanti al presepio per un momento di preghiera, deponendo il bambin Gesù nel presepio, accendendo una candela davanti alla culla e cantando insieme un canto natalizio. Sarebbe un atto di fede sicuramente gradito a Gesù, ancor più gradito, perché fatto dalla famiglia riunita. E poi, perché no?, sarebbe bello far seguire anche un momento semplice di festa familiare.
Il presepio, che con tanto amore avete preparato nelle vostre case, può diventare ogni giorno del periodo natalizio il luogo per un momento insieme di raccoglimento in preghiera: è il modo migliore per celebrare il tempo del Natale in famiglia.
Se avete un vicino di casa bisognoso, magari solo o anziano, perché non chiedere se desidera una porzione del vostro pranzo natalizio?
Portarglielo, nel pieno rispetto delle regole igienico-sanitarie che la pandemia ci impone, sarebbe un gesto semplice, ma molto simile a quello dei pastori e dei Magi che hanno portato i loro doni alla grotta di Betlemme. Questo sarebbe un bel botto di Natale! La sobrietà, che ci è imposta dalle necessità, può diventare occasione per condividere con chi è costretto a vivere molto più che sobriamente e non solo in questo Natale.
Carissimi fedeli, viviamo questo Natale non solo con preoccupazione e ansietà per la pandemia. Ravviviamo la speranza che scaturisce da quella grotta di Betlemme: è Gesù che viene incontro a ciascuno di noi, molto povero, ma felice di essere accolto da noi e di stare con noi.
Carissimi, la prova che la pandemia ci sta imponendo e che sta cambiando moltissimo la nostra vita, non ci scoraggi, né ci deprima. Questo sia un tempo che ravviva la nostra di speranza: Gesù che viene nel mondo è segno di sicura speranza. In un mondo che era ed è preoccupato di tutt’altro, Gesù ci mostra la strada per un mondo migliore. Impariamo da Gesù e camminiamo con il coraggio che ci viene dalla speranza che sgorga da quella stalla nella quale lui giace in una mangiatoia.
Con il profeta Isaia ripeto, a me e a voi: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi» (Is 35, 4).
Auguro di cuore un santo Natale a tutti voi, amati dal Signore, e su tutti invoco l’abbondanza della benedizione e della pace del Signore Gesù, nato per noi a Betlemme”.