I container frigorifero destinati a contenere le salme che non possono essere accolte negli obitori hanno fatto la ricomparsa, nei giorni a cavallo di Capodanno, all’esterno dei maggiori ospedali di Manaus, capitale dell’Amazzonia brasiliana. Segno inequivocabile di quello che già da giorni si sapeva: come del resto in tutto il Paese, anche Manaus è nel pieno della seconda ondata della pandemia di Covid-19, con buona pace di chi, tra gli scienziati, aveva teorizzato che nella grande città era stata raggiunta l’immunità di gregge (su questo nei mesi scorsi era uscita una pubblicazione che in Brasile aveva fatto parlare molto). Anche nel cimitero di Tarumã, le cui immagini, nell’aprile scorso, hanno fatto il giro del mondo, quando erano state scavate varie fosse comuni, è stata ricavata una nuova zona per le sepolture, capace di accogliere oltre mille tombe. E ieri le inumazioni sono state 72, delle quali almeno la metà di vittime del Covid. Tra i morti degli ultimi giorni anche un pastore evangelico di 41 anni. E la campagna di vaccinazione, in questa zona del Brasile, è ancora lontana.
Le terapie intensive degli ospedali sono piene all’80% e il governatore Wilson Lima (rimasto anch’egli contagiato nei mesi scorsi) ha lanciato l’allarme per quanto potrebbe succedere nelle prossime settimane, rivelando che mediamente muore quasi il 60% di chi è ricoverato in terapia intensiva, e anche in considerazione del fatto che in occasione della prima ondata Manaus era stata la porta d’accesso per il virus nella foresta amazzonica. A livello politico si sono registrate varie incertezze nei provvedimenti di chiusura delle attività economiche ritenute non essenziali, prima ritirati di fronte alle proteste della popolazione. Un giudice, sabato, ha smentito il Governatore e decretato il lockdown, che però può essere attivato solo dal Governatore. Intanto il Comune ha prolungato la chiusura della spiaggia di Pontanegra.
Un appello è arrivato nel messaggio di fine anno dall’arcivescovo di Manaus, dom Leonardo Steiner: “La pandemia, che ci accompagna all’inizio del nuovo anno, esige che raddoppiamo l’attenzione: il distanziamento, l’igienizzazione, l’uso della mascherina. Gli ospedali e le terapie intensive sono pieni, il numero di inumazioni è aumentato. Abbiamo percepito che in alcuni luoghi di celebrazione è diminuita l’attenzione, invece le raccomandazioni continuano a essere necessarie. La pandemia non è terminata e ci troviamo nella seconda ondata”.
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