GROTTAMMARE – Nel primo pomeriggio di ieri, lunedì 4 gennaio, presso la chiesa Madonna della Speranza, tutti i posti, rispettando le normative anti covid, sono stati occupati per le esequie di don Pietro Rossi, molto amato e stimato da intere generazioni.
Il rito funebre è stato presieduto dal Vescovo Carlo Bresciani e ha visto la partecipazione di tanti confratelli presbiteri. Da segnalare che intere famiglie si sono organizzate per non far mancare una loro rappresentanza al funerale, così da non generare possibili assembramenti.
Anche il parroco, Don Dino Pirri, ha fatto rispettare fin da subito tutte le normative vigenti organizzando un perfetto servizio d’ordine all’ingresso e intervenendo in prima persona all’inizio della celebrazione per far rispettare le distanze.
Nella sua omelia il Vescovo Carlo ha affermato: «La vita sacerdotale di don Pietro parte da un incontro, lo stesso di cui si parla nel Vangelo che abbiamo appena ascoltato. Se vogliamo comprendere la vita di don Pietro dobbiamo partire dall’incontro personale che lui ha avuto con Gesù, un incontro decisivo per la sua vita, come dovrebbe esserlo nella vita di ogni cristiano. Don Pietro ha talmente preso sul serio l’incontro con Cristo al punto che ha dato tutta la sua lunga vita di persona e di sacerdote a Lui».
Al termine del rito funebre, ha preso la parola il parroco don Dino Pirri che ha voluto così ricordare il sacerdote: «Don Pietro non voleva mai essere inopportuno, ma ogni tanto ci concedeva qualche preziosa eccezione, qualche confidenza, quel gesto, quella battuta spiritosa, quel consiglio elargito ogni tanto, senza mai esagerare. Quando pensava ai suoi parrocchiani gli si illuminavano gli occhi. Una signora che oggi è venuta a visitarlo, indicando la bara, mi ha detto: “Quest’uomo ci ha dato la vita!”. Mi immagino don Pietro entrare in paradiso con lo sguardo di stupore e dire al Signore: “Finalmente! Erano 96 anni che attendevo di incontrarti!”».
All’uscita dalla chiesa un lungo applauso ha accolto la bara di Don Pietro, segno dell’affetto delle persone che ha incontrato lungo la sua vita.
Al termine della celebrazione abbiamo raccolto la testimonianza di alcune persone che sono state particolarmente vicine a don Pietro. La signora Nerina Michelangeli che ha servito tante volte la Messa celebrata da don Pietro, aiutandolo nella vestizione dei paramenti e accompagnandolo al termine della celebrazione verso la macchina ci ha raccontato: «Era una persona così buona che infondeva serenità semplicemente standogli accanto. Mi bastava una sua parola detta con dolcezza per affrontare meglio la settimana. Quando gli chiedevo un consiglio per indirizzare la mia vita cristiana mi rispondeva semplicemente con un “Fa la bona Nerì”».
La signora Rosalia Lucente ha invece parlato dell’importanza di don Pietro per la sua famiglia: «Quando don Pietro abitava nella vecchia canonica io ho iniziato a fare catechismo. È stato il punto di riferimento per i miei figli che da lui hanno ricevuto la Prima Comunione, sono stati indirizzati verso la Cresima e lo hanno avuto come professore di religione a scuola. Ci è sempre stato vicino, non facendoci mancare il suo aiuto».
Parole semplici che descrivono un pastore che – per usare le parole di Papa Francesco – ha avuto sempre nella sua lunga vita l’odore delle sue pecore.
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