Nuovo attacco all’Assessore Regionale Giorgia Latini per le sue opinioni in merito all’attuazione della legge 194. Nelle scorse settimane l’Assessore aveva auspicato un’applicazione integrale della legge, secondo quella che è stata l’intenzione del legislatore. L’Assessore Latini aveva chiarito la sua posizione anche sulla nostra testata (si veda qui). È bene ricordare che la legge 194 ha come titolo “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” e che – se si legge il testo – risulta evidente come il ricorso all’aborto sia considerata una sorta di extrema ratio, dopo un percorso di accompagnamento e discernimento in cui la donna non dovrebbe essere mai abbandonata a se stessa.
È bastato manifestare l’intento di muoversi secondo quella che è stata mens degli estensori della norma per suscitare in crescendo una serie di reazioni scomposte, culminata nell’affissione nei pressi del consultorio di Macerata di alcuni cartelloni con su scritto “Andiamo a bruciargli casa” e “Questa è guerra”, frasi ascrivibili a un video ironico divenuto virale in rete, ma che comunque si rivelano in tale circostanza fuori luogo e di pessimo gusto.
Non si è fatta attendere la reazione dell’Assessore Latini: «Sono espressioni che non si addicono a persone che hanno a cuore la libertà delle donne, visto che incitano violenza contro una donna».
L’Assessore è tornata ancora una volta a chiarire la sua posizione: «Ho già ribadito in consiglio che ognuno è libero di scegliere secondo coscienza, ma quando la scelta di abortire è condizionata da mancato sostegno psicologico e da problemi economici, le istituzioni e la società non possono abbandonare la donna in difficoltà e devono fare di tutto per sostenere la maternità e la vita tutelando la salute della donna».
La Latini ha infine concluso appellandosi alla libertà di opinione e al rispetto reciproco: «Ho ribadito anche che ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero qualora questo non scada in insulti e minacce come è accaduto nei miei confronti. A tutti coloro che nutrono questi sentimenti di odio rivolgo la mia preghiera affinché nei loro animi venga lasciato spazio all’amore verso il prossimo e al rispetto reciproco».
L’Assessore ha ricevuto attestati di solidarietà dal Presidente della Regione Francesco Acquaroli, dai colleghi del suo partito e da altri esponenti della coalizione di maggioranza. Gli stessi sentimenti che purtroppo sembrano non emergere fuori dal perimetro della sua area politica a livello regionale e questo dispiace perché il dibattito non deve mai scendere a questi livelli e, inoltre, la violenza fisica o verbale contro le donne va sempre condannata, a qualunque schieramento politico appartengono. Si tratta di un livello di civiltà pre-politico e pre-partitico che rappresenta un prerequisito per ogni confronto che vuole definirsi civile.
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