COLONNELLA – Anche in tempi di pandemia qualche buona notizia continua ad arrivare: la signora Maria Pierantozzi, nata e vissuta a Colonnella, ha raggiunto il bellisssimo traguardo dei 100 anni. Quinta di sei figli (quattro femmine e due maschi), ha vissuto una vita semplice e riservata.
Come è stata la sua vita?
È stata una buona vita. Sono nata in periferia, nella zona di Vallecupa, l’11 Gennaio 1921. Da ragazza ho lavorato con i miei genitori nelle nostre campagne: avevamo una grande vigna e una stalla con diversi animali. Non ci è mancato mai niente. Alla fine del 1942 mi sono sposata con Orlando e sono venuta a vivere a in paese nella casa dei suoi: un tempo si usava così. A soli due mesi dal matrimonio, mio marito è stato richiamato in guerra e io sono rimasta con i miei suoceri e i miei cognati per tre lunghi anni. Non sapevamo se e quando sarebbe tornato. Mio padre, ad un certo punto, voleva farmi tornare a casa sua, ma io avevo fatto una promessa e l’ho voluta mantenere. Nel 1946 una mattina mio marito è tornato a casa e abbiamo fatto una grande festa. L’anno dopo, nel 1947, è nata Claudia, nel 1948 Antonio e nel 1951 abbiamo avuto la grande sorpresa dell’arrivo di due gemelli, Lidia e Remo. Per aiutarmi con i bambini piccoli mio marito fece venire una ragazza che lavorò con noi per un paio di anni.
Qual è il ricordo più bello di questi 100 anni?
I ricordi più belli sono legati alla nascita dei miei quattro figli che, successivamente, mi hanno regalato la gioia di avere 8 nipoti (Marco, Rossano, Monia, Mirco, Cristian, Daniele, Simona e Roberto), 6 nipoti acquisiti (Sabrina, Cristina, Silvio, Elia, Maria Novella e Mirella) e 11 pronipoti (Erica, Alessandro, Samanta, Lorenzo, Francesco, Mattia, Tommaso, Marianna, Luigi, Orlando e Allegra). Li voglio menzionare tutti perchè sono la mia gioia e soddisfazione quotidiana.
Qual è, invece, il ricordo più brutto della sua vita?
I ricordi più brutti sono legati alla perdita di due persone a me molto care. Prima di tutto mio marito, che è stato un uomo molto buono e che teneva tantissimo a me e ai nostri figli. Poi anche la scomparsa prematura di mia figlia Lidia nel 2009, un dolore inizialmente inconsolabile che il tempo ha solo parzialmente lenito.
Come è cambiata Colonnella negli anni?
È cambiato tutto: il territorio e le persone. Quando sono venuta a vivere in paese nel 1942 non avevamo l’acqua e tutti i giorni dovevo andare a prenderla con la conca a Fonte Ottone. Non c’era nè gas nè luce. Negli anni siamo stati tra i primi a fare gli allacci e piano piano sono entrate le prime comodità, come il frigorifero, la televisione e il telefono. Oggi, invece, abbiamo tutto a disposizione, sia il necessario che il superfluo. Anche le persone sono cambiate, nelle piccole e nelle grandi cose. Quando ero ragazza, ad esempio, vestivamo con le pezze per necessità e ci vergognavamo; oggi, invece, molti giovani vanno in giro con i jeans strappati per moda e li indossano con orgoglio.
Qual è una tradizione del suo paese che, secondo lei, i giovani di oggi dovrebbero mantenere?
La tradizione più bella di Colonnella è senza dubbio la festa della Madonna del Suffragio che viene celebrata la seconda domenica di Luglio. Il paese in quel giorno si trasforma. Fin dal mattino un’aria festosa invade tutto il paese, le persone si riversano in centro per addobbare le strade, svegliati dal suono della banda. Ma è solo nella Messa solenne che culmina la festa: dopo la celebrazione, la statua della Madonna viene portata in processione per le vie del paese, accompagnata da un corteo nutrito di fedeli, da gruppi folkloristici e dalle classiche carrate di grano. Io sono molto devota alla nostra Madonna e spero che i giovani conservino ed onorino la festa in suo onore.
Qual è il suo rapporto con la fede?
La fede, per me, è molto importante. Finché ho potuto, ho partecipato regolarmente alla Messa domenicale. Ora, da qualche anno, essendo impossibilitata a partecipare di persona, ascolto la Messa in televisione e ricevo la Comunione ogni volta che mi è possibile. Prego tutti i giorni.
Qual è il segreto per campare 100 anni?
Il segreto per vivere così a lungo è avere una famiglia molto unita. Mi dà molta gioia e tranquillità sapere che i miei figli, i nipoti e i pronipoti mi vogliono molto bene. Inoltre ho una nuora, come Marisa, che mi cura e non mi ha fatto mancare niente.
Come l’hanno festeggiata i suoi familiari ed i suoi concittadini?
Purtroppo i festeggiamenti sono stati rimandati a causa della pandemia, però ho ricevuto tanti palloncini e fiori da parte dei miei familiari. Anche i miei concittadini mi hanno festeggiato: mi è arrivato un bellissimo cesto di fiori dall’Amministrazione comunale.
Se potesse, quale desiderio realizzerebbe?
Il desiderio più grande che ho è di vedere tutti i miei familiari sereni e felici.
Che messaggio vuole dare ai nostri lettori?
È un messaggio molto semplice. Cercate di mantenere sempre l’equilibrio: anche quando ci sono problemi, cercate di stare sereni; con la pazienza e la perseveranza ogni cosa può essere sistemata. E con il tempo tutto passa.