Dopo 5 anni torna in edicola il settimanale della diocesi di Rieti, “Frontiera”. Da ieri in 13 edicole cittadine e presto diffuso anche nell’Amatriciano e nel resto della diocesi laziale, il primo numero in edicola si apre con la firma di Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede. Il ritorno “cartaceo” del settimanale è “una buona notizia”, afferma David Fabrizi, direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, spiegando l’iniziativa nell’edizione on line del settimanale. “È importante per la buona stampa avvantaggiarsi di ogni canale per raggiungere i lettori, fare informazione e diffondere idee con parole ponderate e chiare. E se possibile far emergere una voce diversa dal rumore di fondo delle notizie che si rincorrono”. Le news, si legge, “oggi viaggiano soprattutto su internet, tenendo il ritmo veloce dei bit. Ma così molto si perde: i titoli si sostituiscono di continuo: soprattutto nelle bacheche affollate dei social, dove l’affanno per i click e i like porta a valorizzare ciò che suona sensazionale più che affidabile”. L’informazione, spiega il giornalista, “finisce così a proporre una sorta appiattito eterno presente, spesso composto di notizie inconsistenti e di racconti quasi intercambiabili, che facilmente si dimenticano. Non sempre, ovviamente, né ovunque”. Diverso “è il valore stesso del giornale. Non tanto per il piccolo prezzo da pagare all’edicolante – 2 euro a copia – o per l’abbonamento, ma perché l’acquisto comporta una scelta, mentre sulle bacheche dei social viene fatta la volontà degli algoritmi e spesso gratuito è sinonimo di immotivato”. Nell’attuale panorama mediatico, “il settimanale diocesano resta lo spazio vitale per un’informazione meno massificata, meno soggetta alla pressione delle mode, tanto passeggere quanto invadenti. Il suo tratto genetico è nell’essere legato alla sua base territoriale di riferimento, lo stare vicino alla vita quotidiana delle comunità, ancorata ai fatti nella loro essenzialità e concretezza”. Il giornale diocesano, sottolinea Fabrizi, “sente” in modo particolare la Chiesa locale, ne racconta la prossimità alla gente della città e dei paesi, e soprattutto legge gli avvenimenti alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa”. Il settimanale diventa “una bussola per raccontare notizie ed esporre opinioni”. Il fatto che torni in edicola, conclude Fabrizi, “è una buona notizia: per chi ha a cuore la pluralità dell’informazione, per chi sente il bisogno di notizie comunicate con serenità, precisione e completezza, per chi chiede parole ponderate e chiare, che respingano l’inflazione del discorso allusivo, gridato e ambiguo dei nostri tempi”.
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