“Nella realtà odierna, veloce e complessa, è facile perdere il filo, tirati da mille parti”. Lo scrive il Papa, nell’omelia per i Vespri a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, letta dal card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani, che presiede la celebrazione nella basilica di San Paolo fuori le mura. “Tanti si sentono frammentati dentro, incapaci di trovare un punto fermo, un assetto stabile nelle circostanze variabili della vita”, prosegue Francesco: “Gesù ci indica il segreto della stabilità nel rimanere in lui. Ci ha mostrato anche come fare, dandoci l’esempio: ogni giorno si ritirava in luoghi deserti per pregare”. “Abbiamo bisogno della preghiera come dell’acqua per vivere”, la metafora scelta dal Papa, secondo il quale “la preghiera personale, lo stare con Gesù, l’adorazione, è l’essenziale del rimanere in Lui. È la via per mettere nel cuore del Signore tutto quello che popola il nostro cuore, speranze e paure, gioie e dolori. Ma soprattutto, centrati in Gesù nella preghiera, sperimentiamo il suo amore. E la nostra esistenza ne trae vita, come il tralcio che prende la linfa dal tronco. Questa è la prima unità, la nostra integrità personale, opera della grazia che riceviamo rimanendo in Gesù”.
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