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Caritas Porto D’Ascoli, la parola a: Don Francesco, Don Marco, Pina Pollastrelli e Pietro Ciboddo

I pacchi alimentari disponibili presso la Sacra Famiglia

DIOCESI – Concludiamo il nostro viaggio alla scoperta delle varie sedi Caritas, incontrando i numerosi gruppi parrocchiali esistenti all’interno della vicaria di San Giacomo della Marca. “Tante sono le realtà che operano nel nostro territorio – afferma il vicario foraneo Don Anselmo Fulgenzi – Seppur con alti e bassi legati al periodo e alle singole situazioni, possiamo dire che tutte le parrocchie della nostra vicaria sono attive e perseveranti nella carità, incidendo in maniera determinante sul tessuto sociale delle comunità e fornendo loro un valido contributo per soddisfare i bisogni materiali e spirituali di molte persone in difficoltà.”

L’esperienza della parrocchia di San Giacomo della Marca, a cavallo tra Porto d’Ascoli e Centobuchi, il cui parroco, don Marco Farina, ci racconta della sua comunità: “Fortunatamente, nella nostra parrocchia, noi non registriamo situazioni di povertà, solo qualche richiesta occasionale di denaro da parte di persone di passaggio, non residenti. Tuttavia sperimentiamo ugualmente la dimensione caritativa perché per essere cristiani bisogna necessariamente vivere la carità verso il prossimo: per questo motivo ci prodighiamo per effettuare occasionalmente raccolte di cibo e vestiario e, se possibile, reperire anche eventuali offerte in denaro da destinare a chi ne ha necessità. Anche nella formazione catechistica, nei periodi più forti come la Quaresima e l’Avvento, cerchiamo di coinvolgere i ragazzi facendo portare loro a messa, durante l’offertorio, alcuni alimenti da donare ai poveri. Oltre alla raccolta di beni alimentari, l’obiettivo che vogliamo perseguire è quello di educare alla carità ogni cristiano, fin da bambino.”

Per la Parrocchia della Santissima Annunziata di Porto d’Ascoli, guidata da don Alfredo Rosati, abbiamo incontrato Pina Pollastrelli, segretaria della sede parrocchiale Caritas, la quale ci racconta così la sua esperienza: “Le famiglie che vengono aiutate abitualmente sono circa 70 al mese, che corrispondono a 170-180 persone che vengono a contatto con la Caritas ogni dieci giorni, oltre agli occasionali, per lo più stranieri. Per quanto concerne i viveri, abbiamo la preziosa collaborazione con il Banco Alimentare, grazie al quale riusciamo a fornire alle famiglie bisognose un pacco di cibi ogni dieci giorni, sufficiente per le esigenze alimentari dell’intero periodo. Grazie poi alle donazioni di alcuni negozianti presenti sul territorio, oltre ai beni alimentari vengono forniti a chi lo richiede anche beni diversi, come ad esempio prodotti per l’igiene (dentifricio, spazzolini, pannolini, bagnoschiuma) o stoviglie (piatti, bicchieri, pentole) o oggetti utili per i bambini (giocattoli, passeggini). Grazie inoltre alla collaborazione con le istituzioni, alle offerte dei fedeli e all’aiuto del parroco, a volte riusciamo a dare anche un sostegno economico a chi ne ha necessità. I volontari fissi sono circa 10 persone che svolgono il servizio di distribuzione e il servizio di ascolto, sia in presenza, tenendosi a distanza, sia – ove possibile – quello telefonico.” L’economo della sede parrocchiale Caritas, il diacono Pietro Tommaso Ciboddo, ci spiega: “La cosa più importante, per quanto riguarda la carità, è il primo approccio, quindi l’ascolto. Molti di coloro che giungono a noi spesso sono stranieri, a volte professano anche un’altra religione e non sempre parlano bene la lingua italiana. L’incontro con noi è un momento importante perché per loro è un mezzo per inserirsi nel nostro mondo e per noi è uno strumento di evangelizzazione. Personalmente la povertà mi distrugge il cuore, credo quindi che la Caritas sia un’istituzione alla quale non si possa rinunciare, una presenza necessaria ed indispensabile. Quello che più manca nella nostra società moderna è il dialogo: le persone non parlano più, manca la relazione. Prima che i viveri, la Caritas dà proprio questo: il gusto dell’incontro.”

Nella parrocchia della Sacra Famiglia di Porto d’Ascoli, il parroco don Francesco Ciabattoni ci racconta l’esperienza della sua comunità: “Nella nostra sede possiamo contare su una trentina di volontari: 10 operatori stabili e 20 che intervengono quando necessario per particolari mansioni o servizi. Le famiglie aiutate sono 50. Alle loro richieste di tipo alimentare viene data una risposta settimanale, sia con viveri a lunga scadenza sia con prodotti freschi o buoni per l’acquisto di carne e frutta presso i negozi presenti sul nostro territorio. Ogni tanto vengono distribuiti anche vestiti, tendaggi e mobilio, a seconda delle risorse disponibili. Più di rado, secondo le possibilità della parrocchia, viene data una risposta concreta anche alle esigenze di tipo economico, come ad esempio un sostegno per il pagamento del canone di locazione o delle bollette relative alle utenze oppure l’acquisto di libri scolastici per ragazzi. Un aiuto importante consiste anche nel far conoscere alle persone i servizi e le opportunità presenti sul territorio, così da renderle sempre più autonome e farle districare bene nel labirinto della burocrazia. Questa pandemia inizialmente è stata un pugno allo stomaco, la paura aveva bloccato tutti; poi, dopo un mesetto, abbiamo capito che la carità non può essere bloccata e abbiamo quindi fatto dei forti appelli per far riaprire la sede Caritas. Nel giro di qualche giorno abbiamo avuto in visita un centinaio di persone, anche italiane, persone inimmaginabili. Il problema è che non avevamo nulla e non sapevamo come fronteggiare le richieste, ma, nell’arco di pochissimo tempo, la carità si è moltiplicata: abbiamo ricevuto offerte per un valore di circa 50 mila euro che abbiamo ridistribuito ai bisognosi. Tantissimo abbiamo dato, tantissimo abbiamo ricevuto. La Provvidenza fa cose grandiose! Aiutare i poveri è un investimento perché si riceve sempre molto di più di quello che si dà. Questa è una legge spirituale che ogni cristiano dovrebbe conoscere ed esercitare: non c’è pezzo di pane tanto piccolo da non poter essere diviso con altri.”