“Sono andati a lavorare all’estero per sostenere le loro famiglie”, ha ricordato il Pontefice e “questi uomini hanno dato testimonianza di Gesù Cristo. Sgozzati dalla brutalità dell’Isis, morivano dicendo: ‘Signore Gesù!’, confessando il nome di Gesù”.
“È vero – osserva il Santo Padre – che c’è una tragedia, che questa gente ha lasciato la vita sulla spiaggia; ma è vero anche che la spiaggia è stata benedetta dal loro sangue. Ma ancora di più è vero che dalla loro semplicità, dalla loro fede semplice ma coerente hanno ricevuto il dono più grande che possa ricevere un cristiano: la testimonianza di Gesù Cristo fino a dare la vita”.
Il Papa ringrazia Dio “perché ci ha dato questi fratelli coraggiosi”, lo Spirito Santo “perché ha dato loro la forza e la coerenza di arrivare alla confessione di Gesù Cristo fino al sangue”, i vescovi, i preti della Chiesa sorella copta che “li ha allevati, ha loro insegnato a crescere nella fede”, le mamme di questa gente, di questi ventuno uomini che “hanno loro ‘allattato’ la fede: sono le mamme del popolo santo di Dio che trasmettono la fede ‘in dialetto’, un dialetto che va oltre le lingue, il dialetto delle appartenenze”.
“Ringrazio voi, ventuno Santi, Santi cristiani di tutte le confessioni, per la vostra testimonianza – ha aggiunto Francesco -. E ringrazio Te, Signore Gesù Cristo, per essere così vicino al tuo popolo, per non dimenticarlo”.
“Preghiamo insieme, oggi, in questa memoria di questi ventuno Martiri copti: che loro intercedano per tutti noi davanti al Padre”, ha concluso il Pontefice.
La “Giornata dei Martiri contemporanei” è un evento commemorativo di ringraziamento per la vita di coloro che hanno praticato la loro fede cristiana fino allo spargimento del sangue e di sensibilizzazione per la tragedia di quanti sono ancora oggi perseguitati per la loro fede.