Di Don Gian Luca Rosati, tratto dal suo blog gioiaepace
I santi sono persone particolarmente vicine a Dio, gli amici di Dio, i servi di Dio,
ma santi sono anche quelli a cui pensano soltanto Dio e gli amici di Dio.
Ci sono i santi della porta accanto,
e ci sono i santi della panchina accanto.
Persone senza “porta” perché non hanno un tetto,
persone che a volte hanno solo un cane “accanto”.
Somigliano a Lazzaro, il povero del Vangelo di Luca (Lc 16, 19-31).
Si siedono o si stendono sulle panchine, su cartoni per prendere un po’ di sole e si coprono con coperte di fortuna, ricevute in dono dalla compassione di qualcuno.
Si accontentano di quel che passa il convento
e se ti fermi a salutarli, ti accolgono sempre con un sorriso,
magari un sorriso senza troppi denti,
ma radioso come il sole, caldo, accogliente,…
I santi della panchina accanto ogni tanto si arrabbiano,
se la prendono con gli uomini che non si accorgono di loro, che non li aiutano, che li hanno dimenticati, abbandonati, emarginati,…
A volte i santi della panchina accanto li senti gridare a Dio, “colpevole” di stare con i ricchi e dimenticare i poveri,…
perché Dio è difficile riconoscerlo, è difficile quando si sta bene, e pure quando si sta tremendamente male…
Poi un giorno,
improvvisamente,
i santi della panchina accanto non li vedi più
e ti chiedi se sono ancora qui
o se finalmente sono entrati
in quella casa fatta dalle mani più amorevoli,
la casa del Padre buono (Lc 15, 11-32),
quello che per volerti bene gli basta che tu ci sei, perché è Tuo Padre!
E la panchina accanto resta vuota,
come il cuore di chi li ha conosciuti
e della città in cui misteriosamente erano diventati personaggi famosi,
i santi della panchina accanto
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