CAMERUN – Partita per vivere un anno di servizio civile, lì si è sposata e continua a vivere. Da tre anni Ilaria Tinelli si trova in Camerun, a Sangmelima, nel cuore della foresta tropicale, dove è chiamata ogni giorno a migliorare l’offerta dei dispensari e, di conseguenza, il benessere della popolazione. La sua storia è raccontata dal settimanale diocesano bresciano “La voce del popolo”. “Qui – riferisce – è difficile comprare anche dei letti con materassi per il ricovero dei pazienti o una bilancia per i neonati o ancora un lettino per partorire”.
Da sempre attenta al mondo missionario, grazie anche al clima respirato in famiglia e nella parrocchia di San Giacomo, si è inserita molto bene nel tessuto sociale. Ad oggi la diocesi camerunense conta circa 100mila cattolici suddivisi su 38 parrocchie; ci sono tre orfanotrofi, un centro per disabili, un lebbrosario e un centro di formazione per animatori cristiani in cui è incorporato un centro di formazione professionale in informatica e ristorazione. Sono 13 i centri sanitari, tre le scuole secondarie e 12 scuole elementari e materne. Il vescovo ha lanciato in ogni parrocchia una campagna per la coltivazione di palme, arachidi e cacao per l’autonomia finanziaria.
Il vescovo locale, mons. Christophe Zoa, ha affidato alla giovane di 28 anni il ruolo di coordinatrice diocesana di 13 centri sanitari. “Sento ogni giorno sempre più la necessità di offrire qualcosa di migliore a chi, anche senza una pandemia, già soffriva a causa di un sistema sanitario privatizzato”.
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