da Vatican News – Benedetta Capelli
Ai suoi piedi, il 25 marzo 2019 nella Santa Casa di Loreto, Papa Francesco firmò la “Christus vivit”, l’esortazione post-sinodale dedicata ai giovani; ora ha portato con sé l’immagine della Vergine sul volo per l’Iraq.
Una Madonnina, dal volto scuro e che richiama le icone bizantine, molto amata dai Papi come, ad esempio, Pio IX che era originario delle Marche e devoto alla Vergine Lauretana, tanto da donare al Santuario la croce pettorale e l’anello una volta diventato Pontefice. A Loreto è anche legato il primo viaggio in treno, fuori dal Vaticano, di Giovanni XXIII che alla Madonna il 4 ottobre 1962 affidò il Concilio. Sempre per un affidamento giunse Giovanni Paolo II nel 1979, poco prima di recarsi all’Onu. Tornò altre volte nel corso del suo lungo Magistero perché Loreto per lui era il “cuore mariano della cristianità”. Nel 2007 e nel 2012 Benedetto XVI si recò nelle Marche, l’ultima volta in occasione del 50.mo anniversario della visita di Giovanni XXIII “Qui a Loreto – affermò – troviamo una casa che ci fa rimanere, abitare, e che nello stesso tempo ci fa camminare, ci ricorda che siamo tutti pellegrini, che dobbiamo essere sempre in cammino verso un’altra abitazione, verso la casa definitiva, verso la Città eterna, la dimora di Dio con l’umanità redenta”.
Un messaggio di pace e speranza
Nel viaggio di Papa Francesco in Iraq, la presenza della Madonna di Loreto è “l’invito a guardare oltre” e a camminare insieme sulla strada della fraternità: così monsignor Fabio Dal Cin, arcivescovo delegato pontificio di Loreto:
R. – E’ un bel messaggio, è un anche un messaggio di speranza perché è il primo viaggio del Santo Padre da quando è scoppiata la pandemia. L’immagine della Madonna di Loreto in questo anno nel quale si celebra il Giubileo lauretano diventa anche un riferimento significativo perché il Papa che porta con sé la Madonna di Loreto esprime quello che il Santo Padre ha sempre manifestato con molta profondità e allo stesso tempo con molta semplicità, la fiducia verso la madre di Dio che protegge il viaggio non da Roma all’Iraq ma nel viaggio della vita. Lei ci insegna a volare alto proprio perché protegge i viaggiatori e in questo si può ravvisare un messaggio che viene da questo gesto: l’invito a guardare il cielo per andare oltre i nostri limiti e i nostri confini, per camminare e costruire insieme con tutti gli uomini di buona volontà quella casa comune che è la famiglia umana. Un gesto di pace e fraternità che viene rafforzato dall’immagine della Vergine di Loreto che fa riferimento alla sua Santa Casa, custodita qui a Loreto.
La devozione di Francesco per la Madonna di Loreto si è esplicitata in diversi modi, come ad esempio l’inserimento nel calendario Romano della festa della Madonna di Loreto, il 10 dicembre, ma anche con l’aggiunta di tre invocazioni alle Litanie lauretane, una dedicata ai migranti. Cosa significa per lei questa attenzione di Papa Francesco verso la Santa Casa e verso la Madonna di Loreto?
R. – Il Santuario di Loreto, nella sua espressione di vitalità ecclesiale, con i devoti e i pellegrini, è molto grata al Santo Padre per il dono del Giubileo lauretano e che ha anche prorogato per dare l’opportunità di beneficiare della grazia del Giubileo che è quella di volare alto nella vita. L’inserimento delle tre invocazioni marcano questa nostra epoca, segnata da un grande bisogno di sentirsi amata da parte dell’umanità che ha necessità di misericordia e di speranza. Il riferimento ai migranti è un segno della storia che stiamo vivendo, c’è un continente intero di popoli, di gente, di famiglie, di persone che si muovono sulla terra in cerca di casa, di lavoro, di serenità e questa invocazione ci fa sentire tutti attenti alla condizione dei nostri fratelli. Ci fa percepire anche quanto tutti noi siamo in pellegrinaggio, in cammino soprattutto nel nostro cuore che deve essere aperto e deve farsi carico delle necessità e dei bisogni delle persone che hanno il diritto di trovare pace e serenità per poter esprimere al meglio la propria umanità. In questo senso queste tre invocazioni fotografano le urgenze spirituali che investono le persone della nostra epoca.
Il motto del viaggio in Iraq è: “Siete tutti fratelli” tratto dal Vangelo di Matteo. Quanto la Madonna di Loreto è anche portatrice di questo messaggio, quanto la sua presenza silenziosa può influire nel pellegrinaggio del Papa?
R. – Quando ho saputo di questa iniziativa del Papa di portare con sé l’immagine della Madonna di Loreto, il mio pensiero è andato al Giubileo lauretano che stiamo vivendo ma anche al primo viaggio di Maria quando è uscita dalla sua casa, dopo l’annuncio dell’angelo, per portare aiuto, conforto e speranza alla cugina Elisabetta che ne aveva bisogno. A me piace pensare che, come Maria che è uscita dalla sua Santa Casa, e qui a Loreto è custodita la sua reliquia grandiosa, così il Papa esce dalla sua casa, dal Vaticano per portare aiuto e conforto ad una popolazione che attende da decenni questo incontro con il successore di Pietro. Il Santo Padre esce anche lui in questo momento, portando con sé e nel cuore l’immagine di Maria, penso che questo sia un invito a tutti noi a portare nel nostro cuore la presenza di Maria perché è la Madonna che ci apre la strada, ci apre le porte proprio per aiutarci tutti in umanità e fraternità, che è poi lo scopo di questa visita. E’ l’abbraccio per tutte le popolazioni, i devoti, i pellegrini dell’Oriente che non possono giungere alla Santa Casa ed il Papa portando con sé l’immagine della Madonna di Loreto, porta la Santa Casa che arriva così ad abbracciare tutto l’Oriente e in modo particolare il popolo dell’Iraq.
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