DIOCESI – Pubblichiamo la lettera della Caritas Diocesana di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalro, dal titolo: “Quaresima di Carità”.

Carissimi, se è vero che “vi è più gioia nel dare che nel ricevere!” (Atti 20,35) , non ci poteva essere domenica migliore per celebrare la giornata della carità.

L’impegno che ci siamo presi in questa quaresima è stato quello di diventare sempre più fratelli e sorelle, una fraternità che è fatta anche di solidarietà, di condivisione.

Ecco perché in questa domenica tendiamo la mano per l’elemosina, per aiutare chi non ha lavoro attraverso l’attivazione di tirocini di inclusione sociale e per venire incontro alle esigenze degli immigrati bloccati sulla rotta balcanica.

Come sempre quanto verrà raccolto sarà destinato per metà alla Caritas diocesana e per metà a quella parrocchiale.

Abbiamo pensato di proporre alle Caritas Parrocchiali, in accordo con i parroci, e magari mettendolo all’ordine del giorno dei Consigli Pastorali, l’iniziativa “famiglie di prossimità” per un affiancamento familiare delle persone in difficoltà.
L’affiancamento familiare può essere una forma innovativa di intervento sociale, pensata per sostenere le persone che vivono un periodo problematico nella gestione della propria vita quotidiana.
Il modello di affiancamento non si focalizza solamente sulla persona ma, dove è possibile, su tutto il suo nucleo familiare: una famiglia solidale sostiene e aiuta una famiglia in difficoltà, e tutti i componenti di entrambi i nuclei vengono coinvolti in una relazione basata sulla fiducia, sul consenso e sulla reciprocità.
Innovazione, efficacia e sostenibilità sono i tratti distintivi che caratterizzano l’affiancamento familiare che ha conosciuto nel corso del tempo una progressiva diffusione, offrendo l’opportunità di riflettere, ripensare, sperimentare, in processo circolare, il pensiero e l’azione, all’interno di un contesto sociale in costante trasformazione e che, soprattutto negli ultimi anni, è sempre più aperto a nuove contaminazioni.
Sia il contesto sociale sia la comunità di appartenenza giocano quindi un ruolo fondamentale, poiché tale approccio richiede nuove logiche che superino gli interventi parcellizzati e settoriali per favorire invece un percorso di coprogettazione e l’assunzione di responsabilità condivise.
L’affiancamento familiare si caratterizza, inoltre, come un intervento a carattere preventivo che offre un sostegno temporaneo a famiglie fragili e include, tra i suoi obiettivi, quello di diminuire i fattori di rischio che potrebbero portare ad altri interventi maggiormente invasivi per la famiglia.
Focalizzando l’attenzione sui percorsi di prevenzione si richiede quindi di non lasciar inosservati quei segnali di disagio, non sempre espressi in modo esplicito e prevalentemente “mascherati” da richieste di carattere pratico, per poter costruire, a partire da essi, l’azione di supporto e di empowerment. In generale possiamo dire che l’affiancamento familiare costituisce una strategia e una modalità di intervento efficace nei confronti di famiglie che presentano elementi di fragilità.

 

 

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