Dopo la messa in sicurezza sono tornati ad accogliere bambini i centri educativi di Assomoud, partner locale di Un Ponte Per (Upp). I centri, attivi all’interno dei campi dove vivono migliaia di Palestinesi, a causa della pandemia, sono rimasti chiusi per quasi un anno ma, rende noto Un Ponte Per, oggi possono di nuovo accogliere, nel rispetto del distanziamento, le bambine e i bambini nelle classi di sostegno e di recupero.

I lockdown introdotti in Libano, fanno sapere da Upp, stanno privando della didattica migliaia di bambini e bambine, a causa delle enormi difficoltà per molti nuclei familiari, a partire dai campi palestinesi, nel seguire le lezioni a distanza con connessioni internet instabili o senza i dispositivi necessari. Per questo motivo l’ong italiana, presente da decenni in Libano, ha equipaggiato 8 centri educativi, presenti in altrettanti campi palestinesi, con gel disinfettante e di barriere in plastica da fissare sui banchi per permettere di fare lezione in sicurezza all’interno delle classi. Sono stati distribuiti 1.260 kit igienici e 1.700 mascherine riutilizzabili alle bambine e ai bambini che frequentano i centri educativi. Consegnate anche 145 mascherine trasparenti ai docenti e operatori di Assomoud.

Upp ha anche organizzato campagne di prevenzione sui rischi legati al Covid-19 per diffondere consapevolezza maggiore e prevenire la diffusione dei contagi in luoghi, come i campi, dove il distanziamento è impensabile e l’accesso all’acqua pulita non facile. In Libano vivono oltre 1,5 milioni di palestinesi e siriani. Risiedono nei 12 campi profughi ufficiali, in villaggi e in accampamenti di fortuna, dove le condizioni di vita erano già molto fragili prima della pandemia. Per info e sostegno: https://figlidellostessomondo.it/.

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