Di Alessandro Di Bussolo – Vatican News
Per la terza volta in poco più di un anno, i Musei Vaticani rimangono chiusi al pubblico per i provvedimenti varati dal Governo italiano per arginare la diffusione della pandemia di coronavirus. Una chiusura che inizia oggi 15 marzo e verrà mantenuta sicuramente fino al 6 aprile, giorno di scadenza del decreto-legge del 13 marzo. Sul sito web e sulla pagina Instagram dei Musei del Papa si legge infatti che, “in coordinamento con i provvedimenti varati dalle autorità italiane per far fronte alla situazione sanitaria, si comunica che, in via precauzionale, a partire da lunedì 15 marzo 2021 i Musei Vaticani rimarranno chiusi al pubblico”.
Chiusi anche giardini e palazzo di Castel Gandolfo
Una sospensione a data da destinarsi che riguarda anche “tutte le attività di interesse turistico, museale e culturale presso le Ville Pontificie di Castel Gandolfo”. Per tutti i biglietti già acquistati per visite guidate o ingressi prenotati nel periodo di chiusura, si legge ancora, “è previsto il rimborso diretto automatico”. Il visitatore quindi, si precisa, “non dovrà procedere con una richiesta formale di rimborso”.
Il contatto col pubblico prosegue sui canali social
Scusandosi per il disagio, la direzione dei Musei è disponibile per richieste di informazioni o assistenza all’indirizzo mail help.musei@scv.va . Sulla pagina Instagram, un post ricorda che, “anche se nei prossimi giorni saremo chiusi, ripubblicheremo settimanalmente sul nostro account le più belle foto scattate dai visitatori”. Un modo per rimanere in contatto con un pubblico che, anche attraverso le visualizzazioni sul canale su YouTube dei Musei, non ha mai fatto mancare, nei precedenti periodi di chiusura, il suo apprezzamento per i tesori di arte, storia e fede custoditi nelle Collezioni pontificie. Il post che annuncia su Instagram la chiusura dal 15 marzo si chiude con un auspicio: “speriamo di rivedervi presto”.
Le altre chiusure, per 84 e 88 giorni
Il primo periodo di chiusura dei Musei Vaticani al pubblico, a causa della pandemia di Covid-19, è stato di 84 giorni, dal 9 marzo al 1 giugno 2020, e in quell’occasione, ricordava il direttore Barbara Jatta a Vatican News, in un’intervista del 14 gennaio di quest’anno, “nessuno, a parte pochissimi, andava a lavorare” per il lockdown totale. Nel secondo tempo di sospensione delle visite del pubblico, dal 6 novembre 2020 al 1 febbraio 2021, il più lungo periodo di chiusura dei Musei dalla Seconda Guerra Mondiale “tutto lo staff dei restauratori e tutto il personale che contribuisce a portare avanti il Museo è venuto a lavorare: contingentato, con tempi non sovrapposti nel rispetto della sicurezza sanitaria”.
Le attività editoriali, di restauro e di ricerca proseguono
Negli 88 giorni del secondo “lockdown”, che ha riguardato anche tutti i musei italiani, concludeva Jatta, “la parte editoriale non si è mai fermata, tutta l’attività di ricerca dei reparti, l’attività di restauro, i cantieri ed i laboratori sono in piedi. La preservazione e l’implementazione della ricerca sulle opere della nostra collezione sono andate avanti anche perché siamo più liberi”. E c’è da credere che così avverrà in questo terzo periodo di sospensione degli ingressi dei visitatori nei Musei Vaticani, che si spera molto più breve dei due precedenti.
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