“Tutti i progetti e le difese dei nemici e dei persecutori di Gesù sono stati vani. I sigilli sono caduti tutti”.
Così il Papa, durante il Regina Coeli di ieri, trasmesso in diretta streaming dalla Biblioteca privata del Palazzo apostolico, ha commentato l’annuncio della Risurrezione di Cristo da parte dell’angelo. “L’immagine dell’angelo seduto sulla pietra del sepolcro è la manifestazione concreta, la manifestazione visiva della vittoria di Dio sul male, la manifestazione della vittoria di Cristo sul principe di questo mondo, la manifestazione della vittoria della luce sulle tenebre”, ha spiegato Francesco, precisando che “la tomba di Gesù non è stata scoperchiata per un fenomeno fisico, ma per l’intervento del Signore. L’aspetto dell’angelo, aggiunge Matteo, ‘era come folgore e il suo vestito bianco come neve’. Questi dettagli sono simboli che affermano l’intervento di Dio stesso, portatore di un’era nuova, degli ultimi tempi della storia, perché con la Rirurrezione di Gesù è cominciato un tempo della storia che potrà durare migliaia di anni”. L’espressione “è risorto” va oltre le capacità umane, ha sottolineato il Papa: “Anche le donne che erano andate al sepolcro e l’avevano trovato aperto e vuoto, non potevano affermare: ‘È risorto’, ma solo che il sepolcro era vuoto. E’ risorto è un messaggio: Che Gesù fosse risorto lo poteva dire soltanto un angelo, col potere di essere un annunciatore del cielo, dato da Dio per dirlo. Così come un angelo aveva potuto dire a Maria: ‘Concepirai un figlio e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo’. Per questo diciamo che è un angelo, perché solo un angelo, con la forza di Dio può dire Gesù è risorto. L’evangelista Matteo narra che in quell’alba di Pasqua vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Quella grande pietra, che avrebbe dovuto essere il sigillo della vittoria del male e della morte, è stata messa sotto i piedi, diventa sgabello dell’angelo del Signore”.