“Le ragioni del custodire le terre sono molteplici”. E “la prima ragione è che ‘Dio pensa in modo semplice’: Dio ‘dice’ e mentre dice ‘crea’ e ‘vede’”. Lo ha affermato, il 17 aprile, il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nel suo saluto al convegno on line “Custodire le nostre terre”, promosso dalla Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute, dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dagli Uffici nazionali per la pastorale della salute e per i problemi sociali e il lavoro, dalla Caritas italiana, con il coordinamento delle diocesi campane. “Dio ama in modo semplice l’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio”, ma “amare, ed amare nella semplicità, non è sufficiente: una terza dimensione da coltivare – e su cui riflettere – è quella del custodire. Un verbo ed un agire profondamente biblico: san Giuseppe è definito ‘custode del Redentore’; Maria ‘custodiva’ nel suo cuore le profezie sul figlio Gesù, e fin dalla Genesi l’umanità ha il mandato di coltivare e custodire la creazione”. Il porporato ha precisato: “Custodire è proprio il ‘prendersi cura’ in modo diretto e personale, nel cuore e con i fatti”.
Custodire quindi “si traduce in un ‘prendersi cura’ diretto, impegnativo, personalmente coinvolgente, soprattutto indelegabile, ognuno deve fare la propria parte fino in fondo”.

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