MONTEPRANDONE – «Solo quello che si ama può essere salvato. Solo quello che si abbraccia può essere trasformato». Prendendo spunto da queste parole di Papa Francesco i catechisti e i ragazzi della Parrocchia del Sacro Cuore nell’Unità Pastorale di Centobuchi, in un momento particolarmente difficile a causa del covid, hanno voluto simbolicamente abbracciare la chiesa del Sacro Cuore – e dunque tutta la comunità – apponendo sulle mura dell’edificio sacro le sagome colorate di tanti avambracci.
Ci spiega in maniera più dettagliata il senso di questa iniziativa il Parroco don Gian Luca Pelliccioni: «Si tratta di un’iniziativa nata spontaneamente da alcune persone della nostra Unità Pastorale e che ha coinvolto tante famiglie e ragazzi che hanno così espresso con un bel gesto l’amore alla nostra comunità ecclesiale di Centobuchi e in particolare a quella del Sacro Cuore. Il senso di questo gesto è quello di non farsi prendere dalla paura, ma di continuare a sostenerci a vicenda, vivendo quella solidarietà che la nostra Unità Pastorale da sempre mette in atto, aiutando le persone, come anche stando a contatto con i più bisognosi. Una solidarietà di cui abbiamo particolarmente bisogno in questo momento in cui tante persone della comunità sono alle prese con il covid.
Io stesso sono risultato positivo il lunedì dopo Pasqua, come anche altre persone della comunità che ancora sono positive. Nell’attuale situazione questo gesto sta a significare che abbiamo bisogno di essere uniti più che mai per sconfiggere il grande nemico di questo momento che è il covid. Sono fiero della mia comunità per questo gesto e le rinnovo tutta la mia stima per quello che ha stato fatto durante queste settimane nel rispettare le norme anticovid. In particolare sono grato per l’impegno profuso da parte dei miei più stretti collaboratori. La stima e l’affetto reciproci ci aiutano ad andare avanti in questo momento difficile e sono orgoglioso di come la comunità stia reagendo alle circostanze».