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Cei: torna la campagna 8xmille. “Non è mai solo una firma. È di più, molto di più”

Gigliola Alfaro

“Non è mai solo una firma. È di più, molto di più”.

Con questo claim parte la nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza episcopale italiana, che mette in evidenza il significato profondo della firma: un semplice gesto che vale migliaia di opere.La campagna, on air dal prossimo 9 maggio, racconta come la Chiesa cattolica, grazie alle firme dei cittadini riesca ad offrire aiuto, conforto e sostegno ai più fragili con il supporto di centinaia di volontari, sacerdoti, religiosi e religiose.Così un piatto di minestra, una coperta, uno sguardo diventano molto di più e si traducono in ascolto e carezze, in una mano che si tende verso un’altra mano, in una scelta coraggiosa di chi si mette quotidianamente nei panni degli altri.

La firma è un gesto che si trasforma in progetti che fanno la differenza per tanti, come dimostrano alcune storie. La casa d’accoglienza Gratis Accepistis, nel centro storico di Aversa, è un rifugio per i senza fissa dimora che chiedono un posto dove dormire, un pasto caldo e un po’ di affetto.

Sono attivi dei laboratori sartoriali: il ricavato della vendita dei prodotti è raccolto in un fondo a sostegno di famiglie indigenti. Trecento persone accolte in un anno, 280 pasti al giorno preparati durante la pandemia, 7.300 derrate alimentari distribuite in un anno, 500 visite mediche al mese, 1.000 volontari, 20 operatori: sono i numeri del progetto.

“A Casa di Leo”, assieme all’Emporio solidale, a Bucaletto, alla periferia di Potenza, è un centro per famiglie con difficoltà economiche a rischio emarginazione.

Offre vari servizi come la distribuzione di generi alimentari grazie all’Emporio solidale, un ambulatorio, una biblioteca e percorsi di contrasto alla dispersione scolastica: 2.568 famiglie accolte nel Centro di ascolto, 4.150 pacchi alimentari in un anno, 1.000 beneficiari dell’Ambulatorio medico, 168 ragazzi nel doposcuola, 126 laboratori realizzati, 5.736 carrelli per la spesa riempiti.

Con “la comunità e la dimora”, rifugio notturno e housing sociale, a Pordenone chi è finito in strada può trovare una casa e un aiuto per tornare a sperare. Si tratta di Un sistema integrato di servizi sul territorio per persone e famiglie in grave marginalità e disagio abitativo garantisce agli ospiti, oltre che un riparo dignitoso, un punto di partenza carico di relazioni buone che facciano diventare mura e tetti una dimora.

Alcuni numeri: 82 posti letto, 23 appartamenti, 180 persone accolte in media ogni anno, 30 percorsi di autonomia abitativa l’anno, 3 operatori, 30 volontari.

La Casa della Carità Santi Martiri di Otranto propone ascolto e accoglienza nel cuore del Salento: la Caritas è accanto a famiglie povere, persone sole, minori in difficoltà e donne vittime di tratta, nel pieno spirito di misericordia. Tante realtà sociali, tra GalatinaMaglie e Poggiardo, di aiuto e ascolto attivo per la valorizzazione della dignità.

Sono attivi servizi di assistenza alimentare, formazione e animazione dei più piccoli, uno Sportello giuridico, un progetto per il recupero di donne vittime della tratta e i loro bambini. Sono 85 i volontari, 30 i bambini del Gruppo Davide, 25 i medici e operatori nell’Ambulatorio medico, 935 le donne seguite dall’unità di strada, 12.676 i pasti distribuiti in un anno, 252 gli stranieri aiutati dallo Sportello giuridico.

Le mense Caritas di Latina e Tivoli, in Lazio, sono state a pieno regime anche durante la pandemia per aiutare i nuovi poveri e gli anziani soli.

La Mensa Don Adriano Bragazzi è l’unica sul territorio del comune di Latina: è aperta tutto l’anno offre anche un servizio docce e distribuzione di abiti e coperte. C’è un ambulatorio odontoiatrico e medico, con consegna di medicinali per chi ne ha bisogno. È aperta 365 giorni all’anno, con 100 ospiti in media ogni giorno e 33.565 pasti serviti in un anno; 400 i volontari coinvolti.

La Mensa San Lorenzo di Tivoli offre ogni giorno pasti gratuiti: assicura accoglienza alle persone bisognose di vitto, vestiti, docce e cure mediche, in un clima di fraterno di ascolto e rispetto di chi è povero e solo, condizione purtroppo in costante aumento. Sono 365 i giorni di apertura nell’anno, 65 i pasti serviti ogni giorno, 1.200 le bollette pagate in un anno, 1.300 i pacchi alimentari distribuiti al mese, 1.300 le visite mediche di base al mese, 3.000 le famiglie seguite dalla rete Caritas.

Farsi prossimo con l’agricoltura solidale è, invece, la scommessa dell’Orto del sorriso di Jesi, che coltiva speranza e inclusione sociale. È un’opportunità di riscatto per disoccupati, poveri ed emarginati che, attraverso il lavoro, ritrovano dignità e futuro.

Terreni in stato di abbandono sono stati risanati e trasformati in luoghi di produzione agricola a km zero. Venti ragazzi coinvolti, 15 ettari di terreno coltivati, 58 varietà di verdure raccolte, 10 partner attivi, 3 diocesi interessate, 6 anni di attività.

“La nuova campagna ruota intorno al ‘valore della firma’ e a quanto conta in termini di progetti realizzati – afferma il responsabile del Servizio Promozione della Cei, Massimo Monzio Compagnoni –.

Chi firma è protagonista di un cambiamento, offre sostegno a chi è in difficoltà. È autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno.

Grazie alle firme di tanti cittadini la Chiesa cattolica ha potuto mettere a disposizione del Paese un aiuto declinato in moltissime forme”.

La campagna, ideata per l’agenzia Another Place da Stefano Maria Palombi che firma anche la regia, sarà pianificata su tv, web, radio, stampa e affissione. Le foto sono di Francesco Zizola. Sul web e sui social sono previste due campagne ad hoc: “Stories di casa nostra”, che mette in luce i profili di alcuni volontari; “Se davvero vuoi”, brevi video dei protagonisti della campagna, volutamente senza sonoro, per catturare l’attenzione degli utenti rimandandoli al sito per conoscere le loro storie. Su www.8xmille.it sono disponibili anche i filmati di approfondimento sulle singole opere mentre un’intera sezione è dedicata al rendiconto storico della ripartizione 8xmille a livello nazionale e diocesano.

Nella sezione “Firmo perché” sono raccolte le testimonianze dei contribuenti sul perché di una scelta consapevole. Ad esempio, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, spiega: “Io ho deciso di donare il mio 8xmille alla Chiesa cattolica perché ho la certezza che queste risorse vanno ad iniziative concrete e soprattutto vanno per aiutare persone che ne hanno bisogno”. Da Nord a Sud. Salvatore Quinci, sindaco di Mazara del Vallo, afferma: “Conosco bene i tanti progetti destinati a ridare dignità ai giovani in cerca di un futuro dignitoso in territori difficili, ad aiutare a sostenere chi si trova in uno stato di difficoltà”.

Non manca la “Mappa 8xmille”, in continuo aggiornamento, che geolocalizza e documenta con trasparenza quasi 20mila interventi già realizzati.

Sono oltre 8.000 i progetti che, ogni anno, si concretizzano in Italia e nei Paesi più poveri del mondo, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo.La Chiesa cattolica si affida alla libertà e alla corresponsabilità dei fedeli e dei contribuenti italiani per rinnovare la firma a sostegno della sua missione.