“L’assassinio insensato di bambini alla scuola n. 175 di Kazan ha gettato un’ombra oscura sulla giornata di oggi. I dettagli di ciò che è accaduto feriscono profondamente e richiedono solidarietà nella nostra società sempre più vulnerabile”. Con queste parole, mons. Clemens Pickel, vescovo della diocesi di San Clemente a Saratov di cui fa parte la città di Kazan, commenta al Sir l’assalto questa mattina alla scuola n. 175 che è costata la vita di nove persone di cui otto bambini e un insegnante. In 32 sono rimasti feriti. L’assalitore è un ragazzo di 19 anni, identificato con il nome di Ilnaz Galyaviev. E’ apparso sui media russi in un video che lo ritrae legato mani e piedi in cella, in cui racconta perché ha deciso di aprire il fuoco nel suo ex istituto. Il giovane dice di aver “sempre odiato tutti” ma che, nel corso della scorsa estate, “un mostro ha iniziato a prendere corpo dentro di me”. “Ciò che noi cristiani cattolici possiamo fare è la nostra preghiera, così come i nostri sforzi per educare bambini e giovani, per quanto è nelle nostre mani”, dice il vescovo. Kazan è una capitale multietnica e multiconfessionale della Repubblica del Tatarstan. Si trova nell’estremità centro-orientale della Russia Europea, a poco meno di 800 chilometri da Mosca. E’ emblema dell’incontro tra islam e cristianesimo ortodosso, le due maggiori religioni dello stato, professate rispettivamente dalla popolazione.