All’interno della parrocchia si rincorrono voci di una possibile tregua nei prossimi giorni, se non addirittura “nelle prossime 24 ore”. La diplomazia si sta muovendo: emissari dell’Egitto, del Qatar, europei, il segretario di Stato Usa Blinken e il ministro degli Esteri israeliano, Ashkenazi, esponenti di spicco di Hamas, sembrano tutti “ottimisti” su un cessate-il-fuoco. “In parrocchia – ribadisce il parroco – continuiamo a pregare. Adorazione, messe e Rosari sono le nostre armi di pace che in mano ai più piccoli diventano davvero potenti”.
Speranza di tregua sono appuntate anche sul Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite che si terrà il 27 maggio: in agenda l’escalation del conflitto israelo-palestinese. L’incontro è organizzato su richiesta del Pakistan, in qualità di coordinatore dell’Organizzazione per la cooperazione islamica, e delle autorità palestinesi, che hanno raccolto firme sufficienti dai 47 Paesi membri del Consiglio, si legge in un comunicato dell’Onu. Intanto si aggiorna il bilancio delle vittime e dei danni: 230 (tra cui 65 minori, 39 donne e 17 anziani), per il ministero della salute di Hamas, il bilancio delle vittime palestinesi dei raid aerei israeliani, 1.710 i feriti. I danni materiali nella Striscia ammontano a 322 milioni di dollari; 1.335 le case completamente distrutte e 13mila quelle danneggiate. I senza tetto sono 107mila e 44mila le persone riparate nei rifugi. I morti israeliani ammontano a 10. Secondo Israele i razzi lanciati finora da Gaza sono stati 4070, 610 dei quali caduti all’interno della Striscia perché difettosi.