“All’inizio fu chiamata Opera della santa infanzia. Nacque 178 anni fa, il 19 maggio 1843, grazie all’idea di mons. Charles de Forbin Janson, vescovo di Nancy, che ebbe l’intuizione di coinvolgere i bambini francesi nel sostenere i bisogni materiali e spirituali dei loro coetanei cinesi. Solo nel 1922 l’Opera venne dichiarata ‘pontificia’ da Papa Pio XI e diventò la Pontificia opera della santa infanzia (Posi), oggi conosciuta anche come Pontificia opera dell’infanzia missionaria (Poim)”. È Chiara Pellicci, giornalista della Fondazione Missio, a spiegare in un articolo i contorni storici e gli obiettivi dell’Infanzia missionaria. Missio ha realizzato anche un breve video, ideato da Missio Ragazzi (che rappresenta il segretariato italiano della Poim), in cui si presentano “a misura di bambino” l’origine, la storia e la mission dell’Opera. “ In 178 anni di vita, la Pontificia opera della santa infanzia si è allargata ad oltre 130 Paesi del mondo – aggiunge Pellicci – e ha coinvolto milioni di bambini in tutti i continenti, sia nel protagonismo attivo che vede i ragazzi impegnati in prima persona nella preghiera e nella solidarietà, sia nel protagonismo dei beneficiari che in molti Paesi del Sud del mondo ricevono il sostegno grazie alle migliaia di progetti realizzati”. Il fermento missionario dei più piccoli è mosso da uno slogan centenario, ma attualissimo: “I bambini aiutano i bambini”. Recentemente questo motto si è arricchito, diventando: “I bambini evangelizzano i bambini, i bambini pregano per i bambini, i bambini aiutano i bambini di tutto il mondo”.
A commentarlo è suor Roberta Tremarelli: “Oggi la maggioranza dei ragazzi riceve tutto, qualunque cosa di cui hanno bisogno o che chiedono. Invece lo slogan invita a pensare che esistono anche altri bambini, nello stesso palazzo, nella stessa città ma anche nel resto del mondo. Il motto invita a superare la tentazione di pensare solo a sé”.
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