Il Parlamento Ue aveva avanzato una richiesta più ambiziosa: “Offrire test gratuiti e universalmente accessibili”. Ma diversi governi, come l’Olanda, si sono fortemente opposti a sostenerne i costi. Gli europarlamentari hanno, poi, proposto un tetto sui prezzi nell’Ue, ma anche su questo fronte si erano aperte diverse tensioni. I governi non intendevano cedere competenze in materia sanitaria e di gestione delle frontiere. I negoziatori Ue, però, hanno alla fine concordato un quadro normativo comune: “Ulteriori restrizioni di viaggio” come quarantena, test o autoisolamento, “saranno possibili solo se debitamente giustificate”, e in ogni caso “tali misure dovranno essere notificate agli altri Stati membri e alla Commissione al più tardi con quarantotto ore di anticipo”. Infine, gli Stati dovranno accettare certificati di vaccinazione rilasciati in altri Paesi Ue con dosi autorizzate dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema): attualmente Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson.
È lasciato alla discrezione degli Stati decidere se accettare anche vaccini elencati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per uso di emergenza. “A livello Ue, il sistema sarà pronto nei prossimi giorni – ha commentato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen –. È fondamentale che tutti gli Stati procedano per introdurlo nei loro sistemi”.