“Le conseguenze umanitarie includono lo sfollamento e la separazione familiare, i tagli all’acqua e l’elettricità nella parte orientale della città. La strada Rutshuru-Goma, che rifornisce la città di cibo e collega i quartieri settentrionali, dove ci sono diverse case e proprietà bruciate, è tagliata fuori e gli incidenti stradali hanno causato alcuni morti tra gli sfollati che si stavano dirigendo verso Sake”. A parlare da Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, è Oscar Tembo, referente dell’associazione Aibi-Amici dei bambini, che racconta cosa sta accadendo nella zona dopo l’eruzione del grande vulcano Nyiragongo sabato scorso, con la successiva evacuazione di diversi quartieri, più vicini alle colate laviche che hanno invaso le periferie. “Mentre la popolazione era in attesa di un piano di evacuazione – riferisce Tembo – , il panico ha portato la popolazione a sfollare in due direzioni: alcuni si sono diretti verso est ai valichi di frontiera con il Ruanda (si parla di circa 3.500 persone), altre sono andate verso Sake, che si trova circa 30 km a ovest della città”. Il vulcano Nyiragongo si trova a una ventina di chilometri a nord est di Goma, dove Aibi sostiene 110 bambini attraverso i progetti portati avanti grazie ai contributi del sostegno a distanza. Dei due centri, il Sodas non è stato colpito, mentre per il centro della Fed, i bambini sono stati trasferiti nella parte occidentale della città. “Nonostante la situazione del vulcano appaia ora più stabile – prosegue l’operatore umanitario -, in città è piena emergenza, con molte famiglie che si sono trasferite e diversi bambini rimasti separati dalle loro famiglie”. Vista la drammaticità del momento Aibi si è subito attivata per mandare al più presto aiuti ai bambini dei centri Sodas e Fed e alle loro famiglie.
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