- L'Ancora Online - https://www.ancoraonline.it -

Siamo ricchi o siamo poveri? Riflessioni dei bambini della Scuola Primaria Paritaria Maria Immacolata

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I giovani studenti della classe 5° della Scuola Primaria Paritaria Maria Immacolata di San Benedetto del Tronto, dopo aver effettuato la lettura di un testo, sono stati sollecitati dalla loro docente e coordinatrice didattica Suor Sandra Scarafoni a scrivere le loro impressioni. Sorprendente il risultato che ne è venuto fuori: una piccola raccolta di riflessioni che ci restituiscono un mondo pulito, vero e molto ricco.

Così Suor Sandra ci racconta l’esperienza vissuta: “Su indicazione della nostra formatrice, la pedagogista Maria Chiara Verdecchia, abbiamo istituito il circle time, un particolare momento in cui i nostri giovani studenti, seduti in cerchio, si sono messi in ascolto di una storia e, a seguire, si sono cimentati nella stesura di una riflessione. La dott.ssa Verdecchia ci ha spiegato come stimolare i nostri bambini con i racconti ed ha fatto anche da supervisore a noi e ai ragazzi. L’esperienza è stata più che positiva! Insegnare a leggere, scrivere e fare di conto, come si diceva una volta, qualsiasi persona può saperlo fare; educare ai veri valori, al bello, al buono non è sempre facile. Oggi risulta ancora più difficile, visto che la scuola, come agenzia educativa, è solo una tra le tante a cui attingono i nostri bambini e ragazzi. Essi sono bombardati, da ogni parte, da valori surrogati, da ciarlatani che svendono a prezzi stracciati falsi valori, proponendo come essenziale ciò che è estremamente marginale, se non addirittura dannoso. Una scuola che voglia educare nel senso vero della parola, si trova a volte a combattere una battaglia estenuante, ma altrettanto necessaria, al fine di far scoprire ai discenti il sapore di frutti altri dal gusto poco usuale e a volte sconosciuto: il sapore dei valori veri, che fanno la differenza nella vita, che le danno il gusto buono per il quale vale la pena investire tutte le proprie energie. Così ci dice Papa Francesco: ‘Per trasmettere contenuti è sufficiente un computer; per capire come si ama, quali sono i valori e quali le abitudini che creano armonia nella società ci vuole un buon insegnante.’

Riportiamo di seguito i testi dei giovanissimi alunni.

COSA ABBIAMO PERSO!!
Io sono molto d’accordo con il bimbo della lettura, quando dice al padre che noi ci siamo allontanati dalla natura e che ci siamo chiusi in noi stessi tutt’uno con la tecnologia.
Io sono fortunato. Ho dei genitori che tendono a farmi osservare la natura piuttosto che farmi stare con il cellulare. Come quella mattina, quando, dopo aver pulito la tovaglia dalle briciole sul balcone, arrivò saltellando un tenero pettirosso a cui abbiamo persino scattato una foto!
Io, essendo benestante, sono molto fortunato: posso andare a scuola e stare in classe con molti amici, posso avere una casa che mi protegge, del cibo ogni giorno, posso fare attività stimolanti e divertenti … Nulla di tutto questo deve essere dato per scontato nella vita. Ecco perché ci tengo molto. Invece le persone semplici, avendo pochi soldi, non possono godere di tutte le comodità che abbiamo noi; ma loro, non avendole, riescono a stare più a contatto con la natura. Se dovessi decidere tra questi due tipi di vivere, sceglierei la seconda, in parte, perché si vive più liberi, più spensierati, più tranquilli.

SIAMO RICCHI O POVERI???
Anche io penso che tutti noi ci stiamo allontanando sempre di più dalla natura, quindi diventiamo poveri di esperienza. Anche se abbiamo tanti oggetti materiali, soldi, vestiti e tecnologia ,perdiamo la semplicità e la bellezza del vivere nella natura.
Non abbiamo l’occasione di avere spazi liberi e respirare aria buona.
Nelle città ci sono molti pericoli e non si può giocare sotto casa, c’è lo smog e tanto rumore; trascorriamo molto tempo al telefono, senza accorgerci di quello che succede intorno.
Io penso di essere fortunata perché, anche se abito in centro, ho l’occasione di giocare all’aperto e di stare a contatto con la natura quando vado a casa dei nonni, in vacanza in montagna e al centro “La Contea”.

IL CONFRONTO TRA ME E I POVERI
Sono una bambina contentissima perché i miei genitori mi fanno felice e mi accontentano ogni volta che chiedo qualcosa.
Ho una casa abbastanza grande con due giardini, un’altalena e infine un cane. Vivo vicino a mia nonna. Di solito, quando mia madre deve andare al lavoro, mi porta da lei. Sono felice di andarla a trovare anche perché parliamo molto di varie cose. Un giorno stavo pensando alle persone più bisognose di me. Pensavo che sono sempre accontentata in ogni mia richiesta, mentre loro si accontentano anche di un pezzo di legno per giocare. Pensavo che, mentre io mangio e bevo cose squisite, loro si fanno bastare una fetta di pane, verdure fresche e un bicchiere d’acqua. Quando voglio messaggiare o telefonare a qualcuno, ho un telefono e un tablet che uso per giocare, mentre loro i i telefonini non ce li hanno: infatti, pensano alla vita, all’acqua, agli animali, al sole e anche al cielo. Essi non hanno un forno o un microonde, si accendono il fuoco con quella poca legna che trovano. Il più ricco diventerà il più povero perché non osserva la vera vita che c’è dalla finestra, mentre chi è più povero diventerà sempre più ricco perché ha vissuto la vera realtà.

I RICCHI SONO POVERI, I POVERI SONO RICCHI
Leggendo il testo che la suora ci ha assegnato a scuola, ho fatto delle riflessioni.
Mi ha colpito, in particolare, la frase numero 8: le persone ricche vivono in case protette dai sistemi di allarme, invece le persone più povere hanno le porte delle loro case aperte a tutti perché sono protetti dai loro amici che sono i vicini di casa. Per me i ricchi non hanno molti amici veri, perché pensano solo ad arricchirsi e a divertirsi con i loro soldi nelle splendide ville; invece le persone semplici hanno amici veri, perché si aiutano sempre prestandosi quello di cui hanno bisogno.
Mi ha colpito anche la frase numero 9, perché noi viviamo sempre con l’uso della tecnologia, siamo influenzati da cellulari, televisori e computer e non possiamo farne a meno, quindi non riusciamo a coltivare le amicizie. Invece dobbiamo tornare a vivere in modo semplice, avendo tanti amici di cui ci possiamo fidare.

IL CONFRONTO
Il bambino protagonista della storia ha trascorso qualche giorno con una famiglia di contadini, dimostrando una grande maturità e profondità d’animo. Tuttavia molti di noi acquisiscono qualità in età più adulta. Sono d’accordo con alcune sue constatazioni, su altre invece non riesco a pensarla a suo modo: ad esempio, l’illuminazione data da un cielo stellato a me non piace, preferisco quella della lampada; ai loro spazi immensi e senza limiti io preferisco il mio giardino che, sebbene molto più piccolo, mi fa sentire protetto e al sicuro dai pericoli esterni. Anche nel confronto fra un bagno in piscina e un bagno nel fiume, per me quello in piscina è impareggiabile: il fiume ha spesso l’acqua fredda, torbida e c’è sempre pericolo che una forte corrente ti trascini via; la piscina, invece, ti permette di avere maggiore stabilità, sai dove comincia e dove finisce, perché è circondata da bordi che infondono sicurezza. Su molti altri aspetti sono completamente d’accordo col protagonista. Coltivare e raccogliere nel proprio orto i prodotti, oltre a dare la possibilità di sapere sempre cosa c’è sulla tua tavola, il cibo è genuino, contrariamente a quello che acquisti al supermercato di cui non si conosce spesso né la qualità né la provenienza. Condivido la libertà della vita di campagna, svincolata da telefoni, tv e tecnologia in genere. I rapporti sono più veri, profondi e sinceri. Dunque non posso che ribadire la saggezza e la maturità del protagonista nel preferire in ogni aspetto la vita di campagna, ma io confesso con sincerità che sono affezionato troppo ad alcuni comfort della vita moderna.

COSA NASCONDIAMO ALLA VITA?
Ogni giorno sono protetta non da amicizie, ma da recinti e allarmi.
Quanto sarebbe bello vivere a porte aperte, protetti dall’amicizia e dai nostri vicini. Sarebbe bellissimo!
La fiducia è la prima cosa; se tu ti fidi di una persona, sei sicuro che non ti farà una cosa che tu non ti aspetteresti. Stranamente il mondo di oggi è cambiato, il mondo moderno è cambiato. Siamo abituati male. La vita dei poveri è bellissima rispetto a quella dei ricchi. È bella perché è lontana da cellulari, computer, televisori. Vivono la vita come Dio l’ha creata, non vanno al supermercato, coltivano e mangiano tutto quello che hanno. Noi abbiamo un microonde, loro riscaldano le cose al fuoco lento, naturale.
Non sono belle le persone viziate. I poveri sono l’insegnamento dei ricchi e questo non bisogna dimenticarlo.

ESPERIENZA DI UN BAMBINO RICCO
Sapete che la nostra maestra ci ha dato una lettura che raccontava la storia di un bambino ricco che è andato a vivere con dei contadini?
A me è piaciuta la riflessione numero 8, perché noi viviamo con i recinti e le porte sigillate e i cani vivono con l’amicizia. Chissà che succederebbe se noi vivessimo con le porte aperte? Oggi la gente avrebbe paura che entrano topi, gatti, ladri e altre cose. Io questa esperienza l’ho vissuta perché vivo in una piccola città che si chiama Offida. Lì tutti mi conoscono; io di fronte ho un’altra casa dove vive un bambino di 10 anni e io ci gioco spesso. Alcune volte, quando gli serve qualcosa, noi gliela diamo e a noi, quando serve qualcosa, lui è sempre gentile. Si chiama amicizia e fiducia. Noi tutti dovremmo avere questa fiducia verso gli altri.
Mi è piaciuta anche la riflessione numero 9, perché racconta quello che succede oggi. Noi stiamo appiccicati al telefono, al computer, alla Nintendo, alla Playstation e alla televisione, ma alcune volte fa bene uscire con gli amici e vedere quello che la natura ci ha dato: piante, alberi,animali e altre cose. Se potessi prendere la tecnologia, la butterei giù dal balcone. Mia mamma sta sempre con il telefono, ma lo fa per lavoro o per altre cose; invece tanta gente, tanti bambini, gli adulti o gli anziani che hanno 66 anni o 88 anni o 56 anni, giocano con il telefono e non si rendono conto di quello che c ‘è fuori dalla porta.
Tutti dobbiamo migliorare, dobbiamo usare meno la tecnologia. Io dico grazie alla maestra Suor Sandra che mi ha fatto capire che, dietro agli schermi e altre cose, abbiamo la natura che ci aspetta. Grazie Suor Sandra! Grazie mille di tutto. Anche se litighiamo tante volte, io nel mio cuore ti voglio tanto bene e spero che alle medie sarai fiera di me. Grazie!

LA VITA FUORI DALLA TECNOLOGIA
Sono una persona molto sensibile e orgogliosa. Abito con la mia famiglia al centro di San Benedetto del Tronto e trovo che sia bellissimo perché, appena esco, trovo molti negozi. Sono una bambina fortunata, perché la mia settimana la trascorro un po’ nella mia casetta con il mio gattino e tutte le comodità, sia di studio che di gioco, invece altri giorni li passo a casa dei miei nonni, che mi fanno vivere la campagna con la natura.
Queste giornate sono diverse tra loro; a casa, specialmente in questo periodo di Covid-19, non ci sono molte cose da fare, mentre, stando a contatto con la natura, l’orto, le galline e la terra, mi vivo delle semplici e magnifiche esperienze. In campagna mi sento libera di correre, di saltare e di giocare con la fantasia, senza avere il bisogno di cose materiali come la tecnologia.
Mi rivedo molto nelle sensazioni che il bambino prova osservando la natura.

LE DIFFERENZE
La suora oggi ci ha dato una lettura su un ricco e un povero e noi ci dobbiamo confrontare.
Io ho un cane che vive con me. I poveri ne hanno invece più di uno.
Io non ho una piscina con acqua trattata, invece i poveri hanno la bellezza di farsi un bel bagno nel fiume.
Io ho un giardino che ha solo un certo spazio ed è delimitato da mura, loro hanno una campagna immensa a loro disposizione.
Io compro il cibo al supermercato e ogni tanto cucino qualcosa io, ma sempre con ingredienti comprati; loro li coltivano.
Io ascolto la musica con il telefono o con la cassa bluethoot, invece loro ascoltano i canti degli uccelli.
Io cucino con il forno e con il microonde, loro con il fuoco ardente.
Io vivo continuamente con il telefono, il computer e la televisione; loro sono sempre attaccati alla flora e alla fauna.
Questo testo mi ha insegnato le differenze che ci sono.

MI CONFRONTO CON L’ESPERIENZA DELLA LETTURA
Beh, devo confessarvi che mi piacerebbe molto vivere un’esperienza immersa nella natura. Diciamo che io ho la possibilità di sperimentare questo genere di vita, perché la mia famiglia possiede il terreno dove da piccola abitava mia mamma. In passato quel pezzo di terra era coltivato da mio nonno che ci piantava pomodori, cocomeri, meloni, fagioli. In seguito mia mamma venne a vivere in paese e la campagna divenne incolta. Quando riusciamo, io e la mia famiglia andiamo lì e, ogni volta che guardo il paesaggio, i miei occhi si illuminano.
In città tutto questo non si vede mai. In campagna si è a contatto con la natura e si possono ammirare tutte le sue meraviglie, mentre nelle grandi città c’è solo smog ed è tutto artificiale.
È bello stare distesi sul prato a guardare le stelle, ma in città questo non si può fare, neanche la tecnologia può offrire tutto questo.
Io penso che i ricchi non sono quelli che possiedono più oro e denaro, ma quelli che possono essere a contatto con il mondo e la natura. È questa la vera ricchezza.

LA NATURA: CHE BELLEZZA!
A tutti piacerebbe avere soldi, vestiti e macchine. Ma le vere cose importanti sono altre, perché la ricchezza bisogna averla dentro.
Leggendo la storia di un bambino ricco che va in una famiglia di contadini, si può capire che i ricchi sono in realtà poveri, perché noi abbiamo la tecnologia, l’elettricità, i cd, ma loro hanno molto di più: possiedono il sole, le stelle e la luna. Il bambino capisce che i veri poveri siamo noi e non loro, perché loro hanno tante cose fantastiche, che noi magari non abbiamo.
Quando vado in campagna dai miei nonni, mi sento sempre rilassata, perché sono in contatto con la natura e mi disconnetto da tutte le altre cose. Lì posso giocare in giardino, guardare le stelle e divertirmi sotto il sole. Invece, qui in città è più pericoloso giocare all’aperto.
Niente è paragonabile alla natura, nemmeno una macchina o dei vestiti molto costosi.

L’ENTUSIASMO NEI SUOI OCCHI
Leggendo questa lettura, sono rimasto molto colpito dall’atteggiamento del bambino.
L’intento del padre era quello di fargli apprezzare i privilegi di essere un bambino ricco, ma quello che succede è esattamente il contrario. Il bambino si entusiasma di tutte le cose semplici: le stelle e la luna che illuminano il cielo, il canto degli animali, il fuoco che serve a cucinare e tutta la natura che lo circonda.
Questo atteggiamento mi ha colpito molto perché mi fa capire che le cose importanti sono quelle semplici che tutti possono avere. Bisogna guardare il mondo con l’entusiasmo di un bambino che, per vivere felice, ha solo bisogno di essere circondato da amore e serenità.

LA VITA LA DEVI VIVERE
Essere ricchi di soldi, vestiti costosi, gioielli e telefoni è essere poveri; la vera ricchezza si nasconde dietro la povertà, dietro un semplice abbigliamento, una piccola casa e il giusto di soldi per mantenersi.
Chi ha tanti soldi non è ricco; chi vive con armonia, affetto e semplicità è milionario.
Quante volte spendiamo per cene e pranzi di lusso, senza neanche accontentarci e invece là, in un angolino del mondo, c’è chi è contento di una sola e semplice fetta di pane?
Quante ore giriamo in negozi lussuosi, comprando cose inutili e costose, mentre qualcuno è super felice di una maglietta bianca che gli è stata cucita dalla madre?
Quanto ci arrabbiamo per un cd o un telefono rotto, mentre c’è chi si stende sul prato per ascoltare il canto degli uccellini perché di essi non sa neanche l’esistenza?
I ricchi fissano ore e ore lo sguardo sul telefono, i poveri rimangono incantati davanti ad un bel paesaggio.
Gli spavaldi e i saccenti vivono di ciò che vogliono e lo pretendono.
I contadini e quelli che non hanno nulla vivono di affetti, gioia e felicità.
La vita non basta usarla perché la hai, la vita la devi vivere!

CITTÀ E CAMPAGNA: LE DIFFERENZE
Nella lettura si narra di un bambino che si confronta con una famiglia di contadini. Io sono benestante, uso spesso la tecnologia: tablet, tv, telefoni …
Ho un grande giardino recintato, compro il cibo al supermercato, ascolto i cd, uso il forno elettrico, …
I contadini, no.
Non usano telefoni e stanno a contatto con il mondo esterno.
Non ascoltano cd … Sentono i rumori naturali. Il loro giardino arriva fino all’orizzonte, mentre il mio si ferma ad un certa misura. Io pure, abitando in città, ho un raccolto fuori da casa e, avendo un grande giardino, sento i cinguettii degli uccelli e le sinfonie degli altri animali.
Io penso che tutti noi dovremmo fare un’esperienza come quella del bambino nella lettura, perché a tutti noi fa bene stare a contatto con la natura e fa bene non stare troppo incollati alla tecnologia.

IL BIMBO RICCO
Le persone, che noi crediamo che siano povere, in verità, sono molto più ricche dei ricchi e hanno anche molte più ricchezze di loro.
Noi dovremmo sperimentare quello che sperimentano le persone vivendo in campagna: essi vivono la loro vita al massimo, tra avventure, al contatto con la natura e non stanno mai connessi a Internet. Anche io, quando vado da mio padre che vive in montagna, mi giro attorno e vedo alberi, montagne, cervi, caprioli, conigli; invece, in città, solo macchine, fumo, grattacieli enormi e pochi alberi e respiro smog.

LA VERA FELICITÀ
Io tante volte sto davanti al telefono tutto il giorno, mia madre mi dice ripetutamente di staccarmi un po’ e di fare qualcos’altro, ma spesso non gli do retta, ma dovrei farlo. In questo racconto mi ha colpito una frase: “Noi ascoltiamoci cd … Loro ascoltano una sinfonia continua di pappagalli, grilli e altri animali”. Questa frase mi ha fatto capire tanto, perché noi frequentemente ci chiudiamo dentro la nostra camera a sentire la musica di oggi, non pensiamo a cosa ci perdiamo. A me piace tantissimo, di mattina, con il caldo, aprire le finestre, uscire fuori al balcone e sentire questi uccellini che si parlano tra loro e formano una melodia fantastica che mi suscita tanta libertà.
Io penso anche a questa frase: “Meglio essere poveri, ma felici che ricchi senza felicità.”
Questo testo mi ha fatto veramente capire l’importanza della vita, perché le cose belle non sono solo vestiti, telefoni, bracciali, borse, ma stare insieme con i propri cari, basta anche un abbraccio per essere felici. Bisogna godersi la vita e apprezzarla così com’è, perché abbiamo tantissime persone che ci vogliono bene e ci apprezzano per quello che siamo.
Bisogna essere sempre felici e apprezzare le piccole cose, perché la vera felicità si trova nei piccoli gesti.

VIVERE SENZA RECINTI
Leggendo il testo del bambino ricco che si ritrova a vivere in povertà cambiando del tutto i suoi modi di vivere, ho tratto alcune riflessioni.
Lui, che era abituato a vivere nel lusso, si ritrova a passare una giornata con una famiglia di contadini, vivendo nella loro semplicità fatta di piccole cose e priva di lussi e capisce che si può essere felici anche con poco. Infatti chi resta sempre chiuso in casa, con la sua tecnologia e i suoi agi, non farà mai grandi scoperte: infatti si devono apprezzare le meraviglie della natura.
Chi non ha recinti è perché si fida delle persone e i loro giardini sono come infiniti.
Loro coltivano il cibo per mangiare, per vivere e mantenersi. Loro non usano apparecchi telefonici, ma godono dei beni della natura.
Io penso che, per essere felici, non occorrono grandi cose: basta essere circondati dai propri affetti!!!

MI CONFRONTO CON LA LETTURA
Dopo aver letto una storia su un bambino ricco, ho capito che io e lui non ci somigliamo molto.
Per esempio, lui ha fatto un’esperienza da un contadino, mentre io invece ho una vita come una persona normale, cioè anch’io alcune volte vado a comprare il cibo, ma preferisco cucinarlo io e non comprarlo già cotto, più che altro perché mi piace sporcarmi le mani (soprattutto per i dolci).
Oppure il bambino ha una piscina, io il mare che è bello e più grande e mi diverto lo stesso con gli amici. Anche io a casa ho diversi dispositivi tecnologici come lui, ma preferisco ascoltare il cinguettio degli uccelli e vedere nel cielo blu le nuvole cambiare forma.
La sera d’estate voglio sempre spegnere la luce della mia camera e godermi la luna e le mille stelle sulla terrazza.
Ogni sabato ho l’occasione di stare più a contatto con la natura e con molti animali come galline, asini, capre e diversi uccelli. Quando sto lì, mi diverto a stendermi sul bel prato verde e immagino di essere l’erba e il cielo come una grande coperta blu.
Io, in confronto al bambino, la osservo molto la natura e spero che sia così per sempre. Non voglio mai cambiare questo mio carattere perché mi suscita emozioni molto forti come la felicità, grazie a tutti i meravigliosi colori della natura … insomma ne sono tanti. Io amo anche tutti gli animali belli, brutti, quelli di cui ho paura, … ovviamente ho l’amore pure per le persone che amo e che mi stanno accanto: la famiglia e i miei nonni, ma soprattutto per le mie amiche, perché, quando sto in difficoltà, non mi lasciano mai! Mi sento ricca, ma non di soldi, perché ho tante persone che mi vogliono bene, i genitori che mi aiutano a crescere e stanno insieme, i fratelli con cui mi piace anche litigare, i nonni e gli zii che, quando non ci sono i miei genitori perché lavorano, ci sono sempre. Ho anche tante amiche con cui parlare e confrontarmi e più cresco e più capisco che sono davvero importanti per me perché sono come una seconda famiglia. Sono contenta anche perché i miei genitori mi hanno mandato a scuola dalle suore perché Suor Sandra, anche se quando ero piccola pensavo che fosse severa, adesso mi ha fatto sapere che l’ha fatto sempre per il mio bene e sinceramente mi è anche simpatica.

LA RICCHEZZA È NELLA POVERTÀ
Io penso che i ricchi credono di essere importanti nella vita naturale, ma non è così, perché i ricchi sono poveri di natura, ma i poveri sono ricchi di elementi naturali. Io non sono tanto ricco di elementi di natura, ma sono più attaccato gli accessori: telefoni, computer, … Cerco anche di avvicinarmi alla natura, compiendo alcune azioni come per esempio acchiappare le lucertole o i gatti, accarezzare i cani. E mi diverto tantissimo. Io ho avuto un’esperienza con un uccellino che ho chiamato Pack: lui ci ha lasciati dopo due mesi ed era un piccolissimo uccello e io ho sofferto tantissimo, ma non mi sono mai scoraggiato. Ma ad influirmi di più sono gli accessori che cercano sempre di affascinarmi con la loro bellezze.
Io non sono ricco, ma nemmeno povero, ma posso dire che i miei genitori mi hanno insegnato che cosa vuol dire essere povero o non essere povero. Questo mi fa immaginare le persone che comprano vestiti da 100 euro, i poveri lavorano con le loro mani, i ricchi se li fanno cucire dalla fabbrica degli stilisti o dalle fabbriche ai supermercati. I poveri possono avere fiumi che possono essere lunghissimi, mentre noi abbiamo l’Albula che non è un fiume, ma un torrente. I ricchi hanno una piscina, i poveri hanno le cascate, i fiumi, i laghi per farsi il bagno- Noi ricchi dobbiamo andare in campagna per vedere il tramonto, mentre i poveri aprono le porte di casa e vedono una luce rossastra accecante che abbaglia i loro occhi. Alcune famiglie ricche, che abitano in campagna, non fanno le stesse cose: non coltivano, non fanno cose a mani proprie, ma comprano vestiti e vanno al supermercato. Io adesso mi sento nel cuore una tristezza per non essere un pochino ricco di elementi naturali, come per esempio andare a vivere in campagna.
“È stato bello scoprire cosa pensano i ragazzi – dichiara Suor Sandra – è stato bello aiutarli a comprendere ciò che è essenziale, che veramente conta per sentirsi felici e realizzati. Rimane sempre molto difficile far scoprire ai nostri bambini che la felicità non si pesa in termini di quantità bensì di qualità; è però necessario ed urgente insegnare loro ad andare contro corrente. Il binomio quantità di beni materiali e tecnologici di ultima generazione non è direttamente proporzionale alla qualità della vita. La qualità è strettamente legata alla bellezza delle relazioni nella triplice direzione: creato, creature Creatore. Io credo che insegnare a riordinare la scala dei valori oggi è il compito più arduo della scuola, ma è anche quello prioritario ed inderogabile.”