DIOCESI – Pubblichiamo la lettera dalla Caritas diocesana.

Carissimi,
il Signore in questo mese di giugno regala alla nostra Chiesa un nuovo prete. E’ Francesco che abbiamo conosciuto perché ha svolto un po’ del suo servizio diaconale alla Caritas diocesana. Verrà ordinato sabato 12 giugno 2021 alle ore 20.30.

Sappiamo quanto è importante la figura del presbitero per la comunità cristiana e soprattutto per la Caritas parrocchiale che, non a caso, è chiamato a presiedere. Nell’ordinazione di alcuni presbiteri, lo scorso 25 aprile, papa Francesco ha chiesto ai nuovi preti di vivere lo stile della vicinanza, della compassione e della tenerezza di Dio, di essere “pastori che vanno con il popolo di Dio: delle volte avanti, in mezzo, indietro al gregge, ma sempre lì, con il popolo di Dio”. Ed ha aggiunto: “Per favore, allontanatevi dalla vanità, dall’orgoglio dei soldi. Il diavolo entra “dalle tasche”. Pensate questo. Siate poveri, come povero è il santo popolo fedele di Dio. Poveri che amano i poveri”.

Non è questione di teorizzare la vicinanza ai poveri, ma prima di tutto di riconoscere la propria povertà. Ultimamente, con un’espressione davvero simpatica, papa Francesco ha detto: “I preti “superman” finiscono male, tutti. Il prete fragile, che conosce le sue debolezze e ne parla con il Signore, questo andrà bene. Con Giuseppe, siamo chiamati a ritornare all’esperienza dei semplici atti dell’accoglienza, della tenerezza, del dono di sé” (Ai sacerdoti del convitto S. Luigi dei Francesi 07.06.2021). Meritano attenzione anche le parole di don Tonino Bello: “Amiamo il mondo. Vogliamogli bene. Prendiamolo sotto braccio. Usiamogli misericordia. Non opponiamogli sempre di fronte i rigori della legge se non li abbiamo temperati prima con dosi di tenerezza”

A don Francesco, auguriamo di essere un prete così! Certo non è facile. Un giorno Padre Turoldo nel presentare una raccolta di lettere di don Tonino, scrisse: “Caro fratello vescovo vorrei dirti quasi paradossalmente: non inoltrarti troppo su queste strade dei poveri. Vedrai quanto dovrai soffrire! Prima, perché i poveri quando sono presi tutti insieme, quando sono tanti, fanno veramente paura: ti producono dentro un’angoscia di cui non guarisci più. Poi, perché vedrai la gente come ti parlerà dietro, come ti farà l’anima a brani. Quanti ti diranno di non esagerare, di essere prudente, di non lasciarti ingannare”.

E’ nella celebrazione Eucaristica, che il prete presiede, che si può attingere la forza per donarsi a tutti, specie a chi è continuamente scartato. Il papa sempre visitando la terra di don Tonino suggeriva di esporre come avviso fuori da ogni chiesa: “Dopo la Messa non si vive più per sé stessi, ma per gli altri” (Omelia 20.04.2018). E’ sull’altare che si impara a farsi mangiare dalla gente per essere una Chiesa che «sa scorgere il corpo di Cristo nei tabernacoli scomodi della miseria, della sofferenza, della solitudine». (Omelia 20.04.2018).

Vorremmo prendere ancora una volta a prestito le parole che papa Francesco ha detto agli amici di Francesco, del seminario regionale di Ancona, per augurargli di essere un prete che rende visibile la carità pastorale di Cristo : “Il mondo è assetato di sacerdoti in grado di comunicare la bontà del Signore a chi ha sperimentato il peccato e il fallimento, di preti esperti in umanità, di pastori disposti a condividere le gioie e le fatiche dei fratelli, di uomini che si lasciano segnare dal grido di chi soffre. Attingete l’umanità di Gesù dal Vangelo e dal Tabernacolo, ricercatela nelle vite dei santi e di tanti eroi della carità, pensate all’esempio genuino di chi vi ha trasmesso la fede, ai vostri nonni, ai vostri genitori (Incontro seminario di Ancona 10.06.2021).

Accompagniamo tutti i nostri preti con la preghiera e la fraternità perché possano servire il Popolo di Dio, prendersi cura delle ferite di tutti, specialmente dei poveri, per essere come Gesù che è venuto “non per essere servito ma per servire” (cfr Mc 10,45).

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