Di Giuseppe Mariucci,
Quando diciamo che il nostro paese, Montelparo, non finisce mai di stupire, ci sentiamo quasi in difficoltà come fossimo degli autocelebrativi! Ma se un paese minuscolo come il nostro, tra le tantissime qualità storiche, folcloristiche, artistiche, scientifiche e culturali, riesce in continuazione a sfornare artisti a non finire, non possiamo fare a meno di parlarne!
Questa volta ci vogliamo occupare di una novità editoriale che, recentemente, ha saputo interessare una vasta platea di appassionati!
Parliamo del Libro “La verità è una cosa liquida” di Letizia Dorinzi, ma riferiamo prima dei luoghi da cui parte la sua storia!
Letizia, con la sua famiglia risiede fin dalla sua nascita nel nord Italia, ma le sue origini sono spiccatamente Montelparesi! Uno dei più ammirati e impegnati montelparesi del Novecento è stato infatti il suo bisnonno: Ermanno Dorinzi (anche il babbo di Letizia si chiama Ermanno!)! Egli fu una di quelle persone che non si possono dimenticare per tutto l’amore e il bene che lui riversò sui suoi compaesani quando la vita era durissima e la sopravvivenza era legata alla possibilità di portare a casa qualche lira per andare avanti. Ermanno Dorinzi fu, infatti, un grande e generoso imprenditore della calzatura: uno dei primissimi in queste nostre zone dove mancava tutto!
Con grande soddisfazione, quindi, vogliamo ora occuparci di Letizia!
Vediamo di conoscerla meglio!
Ciao Letizia, innanzi tutto ti andrebbe ti presentarti?
Mi chiamo Letizia, classe ’75. Di professione sono un mix di cose, principalmente traduttrice e copywriter per un sito di viaggi per famiglie con bambini. Da 8 anni ho anche un blog, “Incinqueconlavaligia”, dove racconto i nostri viaggi in cinque. Io e mio marito abbiamo tre figli di 14, 12 e 8 anni. Siamo amanti dei viaggi on the road, soprattutto verso il Nord Europa. Crediamo nel potere educativo del viaggio e crediamo che sia un bel modo per fare famiglia e per creare ricordi indelebili.
Sono per metà marchigiana e sento molto forte il legame con la mia regione d’origine. Che ha un ruolo fondamentale all’interno del romanzo.
Com’è nato il libro “La verità è una cosa liquida?” e in quanto tempo l’hai scritto?
Diciamo che ho sempre sognato di vivere di scrittura, da piccola volevo diventare come Joe March di Piccole Donne. In realtà posso dire di guadagnare scrivendo ma un romanzo è tutta un’altra cosa ed era un traguardo a cui tenevo molto.
Ho perso il lavoro fisso per colpa della crisi un paio di anni fa e mi sono detta che era l’occasione perfetta per coronare quel sogno. L’idea generale della trama l’avevo già un pochino in mente. Mi serviva solo il momento giusto. Ed è arrivato.
Diciamo che mi ci sono messa di impegno e in quattro-cinque mesi sono riuscita a scrivere tutto il romanzo, dedicandoci almeno 4 ore ogni singolo giorno. Poi c’è stata la rilettura e la fase di correzione, ma il più ormai era fatto. Ah, la parola fine l’ho scritta sulla terrazza di casa mia a Montelparo, mentre contemplavo il paesaggio marchigiano. Un dettaglio non da poco per me.
Ci puoi fare qualche cenno sulla trama, senza rivelare il finale?
Il libro è incentrato sulla protagonista, Amelia, che si trova ad affrontare un dolore devastante – la perdita di un figlio – che la riporta a rivivere i fantasmi del passato. Amelia così capisce che deve risistemare i suoi casini in ordine cronologico, imparando a perdonare e, soprattutto, a perdonarsi.
La storia non è ovviamente personale, è tutta invenzione ma ha qualche dettaglio autobiografico, come il nome della protagonista che è quello di mia nonna. Anche il paese non è esplicitamente Montelparo ma è come se lo fosse. Potrebbe essere un qualsiasi borgo storico dell’entroterra marchigiano.
Ho cercato di creare personaggi che non fossero scontati e soprattutto con cui non fosse facile schierarsi. Ci sono momenti in cui io stessa avrei preso a schiaffi la protagonista, per dire. Volevo rendere il concetto di verità come cosa liquida, appunto. E cioè che ognuno ha la sua verità che può differire, anche di molto, da quella degli altri.
Hai già iniziato a scrivere un altro romanzo? E, se sì, sarà il seguito?
Sì! Ho già iniziato a scrivere un altro romanzo che però è di tutt’altro genere. Più un tema storico, una saga familiare. Ed è ambientato tutto nelle Marche.
Non ci sarà un seguito di questo romanzo, nonostante in tanti me l’abbiano chiesto. Non credo ci possa essere il seguito, ho lasciato il finale aperto proprio perché ognuno possa trovare il suo. Scrivere la seconda parte sarebbe come rivelare il mio finale. Che non può essere quello di tutti i lettori.
Grazie mille Letizia. Ti aspettiamo a Montelparo, allora.
Certo, non vedo l’ora di tornare al mio paese sulla collina. Grazie!
Sarà l’occasione per presentare ufficialmente la tua bellissima “fatica letteraria” ai montelparesi in un pomeriggio che dedicheremo, con tanta fierezza, interamente a te! A presto!
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